E non a caso. E' la croce che parlò a San Francesco, è la muta testimone, ancora presente, della decisione di un giovane che segnerà non solo la sua vita, ma la vita di milioni di persone andate dietro a lui. Questo crocifisso è la sintesi della vocazione francescana. Francesco non si è sentito chiamare da Gesù bambino, nè dalla Vergine Maria, nè da un Angelo, pur avendo incontrato nella sua esperienza mistica tutte queste figure. E' il Cristo in croce che lo chiama. E alla croce Francesco sarà fedele e obbediente, ricostruendo la Chiesa come il crocifisso gli aveva comandato.
Davanti al Crocifisso di San Damiano Francesco si espresse con una preghiera "vocazionale" che è rimasta tra le più care dei suoi seguaci: Alto e glorioso Dio. L'ha musicata felicemente e con semplicità Mons. Marco Frisina:
O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà.
La croce originale rimase a San Damiano, custodita da Chiara e dalle sorelle povere. Quando queste lasciarono il luogo per abitare dentro le mura di Assisi se la portarono via. Oggi è conservata nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi.
Anche in tutti i film sul Santo di Assisi è un punto di svolta e una "scena madre":
1 commento:
"Ora va Francesco e ripara la mia casa che è tutta in rovina"
Dov'è il 'San Francesco del 2000'?
Ci vorrebbe!
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