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lunedì 28 settembre 2009

Progettazione pastorale e missionaria secondo San Francesco

Sassetta - Estasi di san Francesco, Firenze XV sec.

Un piccolo estratto del film del 1950 Francesco Giullare di Dio, di Roberto Rossellini, uno dei capostipiti dei registi che si sono cimentati con la figura del Santo di Assisi. Ritrae un Francesco dei Fioretti, e in questa scena mostra la scienza francesca della programmazione pastorale, una scienza tutt'altro che esatta: dovunque andiamo, va bene. Quello che conta è la santa Obbedienza.



Fioretti di San Francesco
Capitolo XI

Come santo Francesco fece aggirare intorno intorno più volte frate Masseo, e poi n'andò a Siena.

Andando un dì santo Francesco per cammino con frate Masseo, il detto frate Masseo andava un po' innanzi, e giungendo a un trivio di via, per lo quale si potea andare a Firenze, a Siena e Arezzo, disse frate Masseo: «Padre, per quale via dobbiamo noi andare?». Risponde santo Francesco: «Per quella che Iddio vorrà». Disse frate Masseo: «E come potremo noi sapere la volontà di Dio?». Risponde santo Francesco: «Al segnale ch'io ti mostrerò, onde io ti comando per lo merito della santa obbidienza, che in questo trivio nello luogo ove tu tieni i piedi, t'aggiri intorno, intorno, come fanno i fanciulli, e non ristare di volgerti s'io non tel dico». Allora frate Masseo incominciò a volgersi in giro, e tanto si volse, che per la vertigine del capo, la quale si suole generare per cotale girare, egli cadde più volte in terra; ma non dicendogli santo Francesco che ristesse ed egli volendo fedelmente ubbidire, si rizzava. Alla fine, quando si volgeva forte, disse santo Francesco: «Sta' fermo e non ti muovere». Ed egli stette; e santo Francesco il domanda: «Inverso che parte tieni la faccia?». Risponde frate Masseo: «Inverso Siena». Disse santo Francesco: «Quella è la via per la quale Iddio vuole che noi andiamo».
Andando per quella via, frate Masseo fortemente si maravigliò di quello che santo Francesco gli avea fatto fare, come fanciulli, dinanzi a' secolari che passavano; nondimeno per riverenza non ardiva di dire niente al padre santo.
Appressandosi a Siena, il popolo della città udì dello avvenimento del santo, e fecionglisi incontro e per divozione il portarono lui e 'l compagno insino al vescovado, che non toccò niente terra co' piedi. In quell'ora alquanti uomini di Siena combatteano insieme, e già n'erano morti due di loro; giungendo ivi, santo Francesco predicò loro sì divotamente e sì santamente, che li ridusse tutti quanti a pace e grande umiltà e concordia insieme. Per la qual cosa, udendo il Vescovo di Siena quella santa operazione ch'avea fatta santo Francesco, lo 'nvitò a casa, e ricevettelo con grandissimo onore quel dì e anche la notte. E la mattina seguente santo Francesco, vero umile, il quale nelle sue operazioni non cercava se non la gloria di Dio, si levò per tempo col suo compagno, e partissi sanza saputa del Vescovo.
Di che il detto frate Masseo andava mormorando tra se medesimo, per la via, dicendo: «Che è quello ch'ha fatto questo buono uomo? Me fece aggirare come uno fanciullo, e al vescovo, che gli ha fatto tanto onore, non ha detto pure una buona parola, né ringraziatolo.». E parea a frate Masseo che santo Francesco si fusse portato così indiscretamente. Ma poi per divina ispirazione, ritornando in se medesimo e riprendendosi, disse fra suo cuore: «Frate Masseo, tu se' troppo superbo, il quale giudichi l'opere divine, e se' degno dello 'nferno per la tua indiscreta superbia: imperò che nel dì di ieri frate Francesco si fece sì tante operazioni, che se le avesse fatte l'Agnolo di Dio, non sarebbono state più maravigliose. Onde se ti comandasse che gittassi le pietre, sì lo doveresti fare e ubbidirlo, che ciò ch'egli ha fatto in questa via è proceduto dall'operazione divina, siccome si dimostra nel buono fine ch'è seguito; però che s'e' non avesse rappacificati coloro che combattevano insieme, non solamente molti corpi, come già aveano cominciato, sarebbero istati morti di coltello, ma eziandio molte anime il diavolo arebbe tratte allo 'nferno. E però tu se' stoltissimo e superbo, che mormori di quello che manifestamente procede dalla volontà di Dio».
E tutte queste cose che dicea frate Masseo nel cuore suo, andando innanzi, furono da Dio rivelate a santo Francesco. Onde appressandosi santo Francesco a lui disse così: «A quelle cose che tu pensi ora t'attieni, però ch'elle sono buone e utili e da Dio spirate: ma la prima mormorazione che tu facevi era cieca e vana e superba e futti messa nell'animo dal demonio». Allora frate Masseo chiaramente s'avvide che santo Francesco sapea li secreti del suo cuore, e certamente comprese che lo spirito della divina Sapienza dirizzava in tutti i suoi atti il padre santo.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Devo ammettere che il mio film preferito è quello di Liliana Cavani con Mickey Rourke, non tanto per la presenza di quest'ultimo (che fisicamente ha poco dell'aspetto di San Francesco), ma personalmente lo trovo più vicino al Francesco che io ho ritrovato nelle Fonti...

I film di Rossellini (e anche quello di Zeffirelli) li trovo troppo incentrati sull'aspetto gioioso e poetico di Francesco, al punto che ritrovo spesso in tanti fratelli e sorelle OFS una idea di un Francesco stile "figli dei fiori".

Nelle fonti trovo invece un Francesco che piangeva continuamente la Passione di Cristo, che combatteva le tentazioni, che si consumava nelle penitenze perchè consapevole della piccolezza e bassezza dell'umanità...e un Francesco profondamente innamorato della Liturgia, del Vangelo dove ritrovava Cristo vivo, vero e operante.

Se sbaglio chiedo perdono.

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