Sul sito di Forward in Faith ci sono tutti i podcast degli interventi di questi giorni. Chi conosce l'inglese può ascoltarli con gran profitto, in modo da conoscere in prima persona i problemi e i dibattiti in corso tra gli anglo-cattolici.
Ho fatto una sintesi personale del discorso di chiusura del meeting, tenuto dal presidente di Forward in Faith, il vescovo John Broadhurst
Il discorso finale del presidente dell’associazione di anglo-cattolici Forward in Faith
Il vescovo John Broadhurst ha esordito così: «Da 50 anni ho amato tre persone nella mia vita: Gesù Cristo, mia moglie e la Chiesa d’Inghilterra. Ma la Chiesa d’Inghilterra mi ha dato certo più problemi di mia moglie e di Gesù Cristo».
Ha poi spiegato che la Chiesa d’Inghilterra ha avuto la presunzione di saperla più lunga della Tradizione e di Gesù Cristo stesso su molte questioni. L’ordinazione delle donne è stata il punto di svolta. Con ironia ha affermato che la posizione degli anglo-cattolici nella Chiesa Anglicana è quella «di una rana in una pentola d’acqua che sta a scaldarsi sul fuoco», e ha proseguito dicendo che, come per una rana nell’aqua di una pentola che sta sul fuoco, c’è bisogno a un certo punto di saltar fuori, prima di essere cucinati vivi. Con chiarezza, pur nella metafora, ha detto: «Bisogna uscire dalla pentola. E’ dal 1992 che vogliamo uscire dalla pentola».
La questione che c’era e che rimane è come essere Anglicani in comunione con Roma.
Nel 1994 – ha ricordato Broadhurst – era stata posta una domanda ecclesiale alla Santa Sede, negli inconti con il card. Ratzinger e ora papa Benedetto sta dando la risposta. La domanda era questa: «Come possiamo rimanere Anglicani nella nostra identità ma essere in comunione con la Chiesa cattolica?». Per lungo tempo non è arrivata risposta. Ma grazie anche alla TAC (la Traditional Anglican Communion) con la sua perseveranza, ora è giunta una risposta globale.
Nella Chiesa di Inghilterra, ha notato il presidente di Forward in Faith – gli anglo-cattolici rimarrebbero nella pentola che bolle, senza che i loro vescovi possano avere una particolare forma di giurisdizione parallela, indipendente dalle donne vescove. Infatti il recente Sinodo Generale ha respinto forme di protezione giuridica per chi non è disposto ad accettare il ministero femminile.
«Il gioco è finito» - ha esclamato Broadhurst - «Questa battaglia contro i liberali non è solo questione ecclesiale, ma è una lotta per la verità del vangelo che ci accomuna con le frange evangeliche della Chiesa».
Facendo poi un bilancio e guardando ai cambiamenti intercorsi nel tempo ha aggiunto: «Quarant’anni fa sarei stato un anglicano ortodosso ma non papale. Anzi anti-papale. Ma l’esperienza di questi anni mi ha convinto che non è possibile avere una chiesa universale senza primato... Quello che il Papa ora ci offre è completamente diverso da ciò che pensavamo. Ci fa cambiare completamente prospettiva: è generoso e rispetta la nostra identità.... Bisogna smettere di pensare e preoccuparsi. I dialoghi sono andati avanti per anni e anni, con visite continue alla Santa Sede da parte di Anglo-cattolici. Questa è un’occasione meravigliosa».
Nella sua conclusione ha poi detto tra applausi e risate: «Pensavo ormai stesse diventando abbastanza noioso essere presidente di Forward in Faith, ma improvvisamente è diventato di nuovo eccitante!»
Nel suo limpido discorso il vescovo Broadhurst ha comunque chiarito che non intende lasciare subito la Chiesa anglicana, vuole continuare a cercare una unione più ampia possibile con Roma, andando sì in carovana verso la Chiesa cattolica, ma al passo del cammello più lento.
Fonte: http://www.forwardinfaith.com/news/na09-10.html
3 commenti:
beh, peccato che voglia andare lento in questa occasione! Non capisco: così rischia di perdere questa carovana? In che posizione si metterebbe? Né dentro, né fuori??
Io ho capito che vuole aspettare tutti quelli che pensano di passare ai cattolici e andare via tutti insieme, con il passo dei più indecisi, senza fretta.
In effetti è possibile anche questa lettura, è vero. In questo caso sarebbe anche doverosa un po' di lentezza, per un passaggio di questa portata. Speriamo bene, la fase è delicata!
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