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venerdì 25 dicembre 2009

Natale: La generazione eterna del Verbo e la generazione nel tempo secondo la teologia liturgica di Sant'Antonio di Padova

A Natale, come tutti sanno, ci sono tre distinti formulari della Messa per le diverse ore della giornata. Ecco come il Santo Dottore di Padova, sant'Antonio, espone la teologia della triplice celebrazione eucaristica del Natale partendo dai canti! Sì, proprio così: Antonio espone la teologia del Natale a partire dall'Introito delle Messe: e quei canti sono ancora tra noi....

"Come il fiore della rosa nel tempo della primavera". Osserva che, come Dio ha creato il mondo in primavera, cioè in marzo, così nella natività del suo Figlio ha fatto un mondo nuovo, tutto rinnovando.
Nel primo giorno Dio disse: "Sia la luce, e la luce fu" (Gn 1,3). Oggi il Verbo del Padre, per mezzo del quale tutto è stato fatto, si è fatto carne (cf. Gv 1, 3. 14). Questa Luce, che disse "sia la luce", oggi è qui. Perciò di essa si canta oggi nella Messa della Luce (dell'aurora): Oggi splenderà su di noi la luce, perché è nato il Signore (cf. Is 9,2).
Osserva che oggi si celebrano tre messe: la messa di mezzanotte, nella quale si canta "Il Signore mi ha detto: Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato" (Sal 2,7), e questo ci ricorda la misteriosa generazione della divinità, che nessuno può descrivere; la messa della luce (dell'aurora), che ci ricorda la generazione dalla Madre; la messa dell'ora terza (del giorno), che ci ricorda ad un tempo la generazione del Padre e della Madre: in questa terza messa si canta "Ci è nato un Bambino", e questo si riferisce alla nascita dalla Madre; e si legge il vangelo di Giovanni "In principio era il Verbo" (Gv 1,1), che si riferisce alla generazione dal Padre.
Quindi la prima messa si canta nel cuore della notte, perché la generazione dal Padre è misteriosa anche per noi credenti. La seconda messa si canta di primo mattino, perché la generazione dalla Madre è stata sì visibile anche per noi, ma avvolta in una certa qual nebbia. Chi infatti può sciogliere i legacci dei suoi sandali, vale a dire penetrare il mistero della sua incarnazione? (cf. Mc 1,7; Lc 3,16; Gv 1,27). La terza messa in fine si canta in pieno giorno, perché nel giorno dell'eternità, quando ogni oscurità sarà eliminata, sapremo perfettamente in quale modo Gesù Cristo sia stato generato dal Padre, e in quale modo dalla Madre. Allora infatti conosceremo colui che tutto conosce, perché lo vedremo faccia a faccia e saremo come è lui (cf. 1Gv 3,2). Giustamente quindi è detto: "Come rugiada nei giorni di primavera". (Sermone del Natale)


Messa della Notte


Messa dell'Aurora


Messa del Giorno

2 commenti:

Cristiano ha detto...

Un augurio di buon Natale e buone feste a lei, padre, e a tutti i lettori del blog!

uniroma.tv ha detto...

Al seguente link potrete vedere il servizio sulle riflessioni del senso profetico dei discorsi fatti dal Papa Benedetto XVI

http://www.uniroma.tv/?id_video=17998

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