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giovedì 20 maggio 2010

San Bernardino su sant'Antonio

Oggi ricordiamo san Bernardino da Siena, grande devoto del suo confratello Antonio di Padova (nella lunetta del Mantegna sorreggono il monogramma di Cristo). La devozione manifestata da Bernardino è quella comune a tutti i francescani dei primi secoli, purtroppo messa in ombra nell'ultimo scorcio del secolo scorso. Antonio è per Bernardino modello di santità e di predicazione. Soprattutto il santo di Siena vede Antonio come il seguace più perfetto di Francesco d'Assisi, colui che raccoglie il vessillo del Fondatore, addirittura la seconda pietra angolare dell'Ordine dei Minori (Cf. "Dialogus inter religionem et mundum", Opera Omnia, vol I, p.196):
Lapis secundarius huius fundamenti
exstitit Antonius, vir tanti momenti
quod Papa Gregorius, loco cognomenti
vocavit hunc saepius Arcam Testamenti.

Dice Bernardino nel De expugnatione Paradisi, ser. II, pars I, che a San Francesco "fu dato come socio (compagno) sant'Antonio confessore di Padova a cui consegnò il suo vessillo (la croce), mettendolo nelle sue proprie mani". Sant'Antonio, scrive Bernardino, è "quell'altro Angelo che vide Giovanni e di cui parla nell'Apocalisse, perchè Antonio visse davvero come un Angelo". Bernardino rincara: "Antonio fu il più fidato compagno che ebbe San Francesco, tanto che questi lo chiamava mio vescovo". Il riferimento è alla lettera che Francesco scrisse ad Antonio autorizzandolo ad insegnare teologia ai Frati.
Ritengo interessanti queste forti affermazioni, che ci fanno capire quale fosse la coscienza dei frati francescani nei confronti degli unici due santi canonizzati del loro Ordine (ancora nel XV sec.). Sempre insieme, Francesco e Antonio, pietre fondamentali e complementari, dell'Ordine dei Minori.

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