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domenica 4 marzo 2012

Problemi parrocchiali a seguito dell'introduzione della forma straordinaria

Pare che in una parrocchia inglese, dove da ormai qualche tempo il reverendo ha introdotto la Forma straordinaria del Rito Romano, una signora molto devota si sia lamentata con il prete, sospirando in questi termini a proposito dei giovani:

"Eh certo, appena si finisce di tirar su un cerimoniere decente, ecco che se ne va. Presto perderemo il terzo....! Questo è il problema con la Messa antica.... continua a causare vocazioni!"

Fa sorridere, certo. Ma se l'osservazione della signora rispondesse proprio al vero? :-o

Fonte: Blog Mulier Fortis

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte un poco di virtù Prudenza è sempre utile prima di entusiasmarsi per certe affermazioni, ed è bene lanciarsi su certe analisi e farne gli appropriati commenti.
A parte il fatto che bisognerebbe indagare sulla veridicità del fatto, se realmente avvenuto, ma questo lo ritengo marginale e di scarsa importanza.
Il fatto che più mi preme è invece, per quanto lodevole e meritorio il procurare nuove vocazioni, che l'affermazione sembra sottendere alquanto velatamente - o almeno rimandare a- una critica alla Forma Ordinaria che va in una certa profondità e che non riguarda la forma dell'esecuzione del Rito stesso, quanto l'impianto teologico. E' la critica che spesso muovono "settori" non in comunione colla Chiesa Cattolica. Non voglio dire che l'affermazione sia stata fatta con tale intenzione, però se non adeguatamente "commentata", certo provoca il plauso di quei "settori", settori da cui chi è in Comunione, deve ben tenersi alla larga e distante, almeno per la succitata "Prudenza".

Il commento mio, è di persona che non ha nulla contro la Forma Extra-Ordinaria e che ha anche qualcosina da ri-dire riguardo "all'uso" che vien fatto della Forma Ordinaria, ma che drizza le antenne e se la piglia malamente quado di questa Forma si vuol criticare l'impianto teologico, che ovviamente porta dietro se tante conseguenze, la cui più nefasta in assoluto è proprio quella della rottura della "Comunione".

I miei più cordiali saluti.

A.R. ha detto...

L'autore del Blog concorda perfettamente con il commento qui sopra. La cosa interessante è proprio la provenienza della simpatica frase che fa pensare. La Blogger Mulier Fortis - da cui l'ho ripresa - fa parte di una parrocchia normalissima in cui convivono gioiosamente e in armonia di reciproco arricchimento le due forme del rito romano, senza scomuniche, e senza esclusivismi. Questo ha portato tutta la comunità, e soprattutto i giovani, a prendere molto sul serio la liturgia e proprio siccome la forma straordinaria è più esigente, permette poi di vivere in maniera corretta - anche vocazionalmente, perché no, - l'intera liturgia e vita della Chiesa.
Il problema della Forma Ordinaria, però, non è solo l'impianto teolgico, come dice il commentatore qui sopra, ma anche - non dimentichiamolo - la TRADUZIONE. E' questa che fa spesso da schermo opaco, oltre che da tramite, come dovrebbe essere, rispetto ai significati originali che troviamo nelle editiones typicae.
Mi rendo anche conto, che, purtroppo, ci si attacca sovente più alle forme esterne che all'analisi dei testi e delle loro implicazioni.
C'è anche da dire, comunque, che dovunque manchi la seria e sana devozione verso la realtà eucaristica e in generale nei confronti di Dio che si manifesta nel culto, allora già sparisce il presupposto di vivere in maniera cristiana la liturgia, qualunque rito si voglia adottare.

Renzo T. ha detto...

Basta parlare di Forma Extraordinaria e allora subito il pensiero corre ai settori in Comunione e settori non in comunione con la Chiesa Cattolica...chissà poi perché??!!... Prudenza, attenzione e sospetto, questi sono gli atteggiamenti che suscita solo la pronuncia del termine "Forma Extraordinaria". Ma se si parla di ecumenismo allora tutte le religioni sono uguali, quindi, sono in comunione...
Una domanda mi sento di porre: come mai i seminari si sono svuotati da quando è entrata in vigore la Forma Ordinaria o Novus Ordo?

Anonimo ha detto...

Scusate se intervengo con una domanda, anche perchè è sintomo dei miei sicuri limiti di intelligenza e di frequentazione della vita parrocchiale, ma che significa la citazione riportata? Non ho capito come possa creare nuove vocazioni se i cerimonieri se ne vanno. Nel caso fatemi sapere, vi ringrazio anticipatamente.

Anonimo ha detto...

"Se ne vanno"... perché entrano in Seminario!! per cui non sono più in parrocchia a "cerimoniare"...

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