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domenica 9 dicembre 2012

"Mostraci Signore la tua misericordia": l'invocazione di Avvento

Il ritornello che torna spesso nella liturgia dell'Avvento è la seguente invocazione: "Mostraci Signore la tua misericordia, e donaci la tua salvezza" (Ostende nobis Domine, misericordiam tuam, et salutare tuum da nobis). Proviene dal Salmo 85(84) versetto 8 (vedi qui tutto il salmo), una composizione di poesia religiosa che invoca insieme il perdono di Dio, la venuta della Pace e della Giustizia, nella vicinanza di Dio.
Perciò il versetto centrale è stato utilizzato particolarmente, per es., come testo da cantare all'Alleluia (nella prima domenica d'Avvento), ma diventa anche il responsorio breve dei vespri delle domeniche di Avvento. E infine, per il suo aspetto di richiesta di perdono, è utilizzato nella seconda forma dell'Atto penitenziale, quella in stile dialogico, certamente la meno usata di tutte - ma in questo periodo sarebbe bene metterla in evidenza:

Fratres, agnoscamus peccata nostra, ut apti simus ad sacra mysteria celebranda.
Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati.

Miserere nostri, Domine. Pietà di noi, Signore.
Quia peccavimus tibi. Contro di te abbiamo peccato.

Ostende nobis, Domine, misericordiam tuam. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Et salutare tuum da nobis. E donaci la tua salvezza.

Misereàtur nostri omnìpotens Deus et, dimìssis peccàtis nostris, perdùcat nos ad vitam aetèrnam. Amen.
Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Amen.

Piccola nota: evitiamo - per carità - di utilizzare quei Kyrie tropati che si trovano in certi "foglietti della Messa". Pur essendo vietato inventare i tropi - come è vietato cambiare alcunché nei testi liturgici - pare che l'atto penitenziale sia invece diventato palestra di fantasia liturgica, con invenzioni che terminano "....Signore, pietà!" (e c'è davvero bisogno di pietà). Cari sacerdoti, se proprio volete usare la terza forma dell'atto penitenziale, prego: attenetevi a quanto scritto nel Messale, non alle elucubrazioni di privati riportate sui foglietti come "La Domenica".

Se poi, prendendo esempio dal Santo Padre, qualcuno volesse cantare - in latino o in italiano - la seconda forma dell'Atto penitenziale, ora vi fornisco del necessario:



C'è, infine, il bel canto della comunità di Taizé, che può accompagnare lodevolmente qualche momento di preghiera o di adorazione eucaristica nel tempo d'Avvento:

3 commenti:

Querculanus ha detto...

Personalmente non sarei così categorico nell'escludere qualsiasi creatività nella scelta dei "tropi" da intercalare al Kyrie. L'IGMR afferma: «Quando il Kyrie eleison viene cantato come parte dell'atto penitenziale, alle singole acclamazioni si fa precedere un "tropo"» (n. 52). Mi sembra che non si escluda a priori la possibilità di variare i tropi previsti dal Messale.
Sono d'accordo che non tutti possano farlo, perché occorre una preparazione biblica, liturgica e pastorale che non tutti possiedono. Quindi meglio attenersi al Messale.
Quanto ai foglietti, direi che i tropi de "La Domenica" sono i meno peggio; anzi, talvolta sembrerebbero pure azzeccati. Assai meno azzeccati, anzi talvolta davvero ridicoli, quelli, ahimè, dei Conventuali di San Lorenzo Maggiore in Napoli... Fr. A. R., per favore, intervenga.

A.R. ha detto...

Non ho presente questi altri foglietti a cui si riferisce (e comunque tutti i "foglietti" sono delle calamità liturgiche... ma è un altro discorso... tra l'altro mi pareva che con la liturgia in italiano non dovessero più servire... e invece pullulano, forse perché sono un buon investimento, chissà?).
Comunque ribadisco: il Messale italiano è già più che pieno di tropi per il Kyrie per ogni stagione dell'anno. E' sbagliato inventarne altri, perché è un introdurre testi personali nelle preghiere della liturgia: non si tratta di monizioni o esortazioni. A volte si sentono - come capita - vere e proprie eresie, sia nei tropi che (peggio ancora) nelle preghiere dei fedeli. Anche per queste la CEI ha fornito un formulario, che ben pochi usano. Una cosa è adattare o aggiungere un preghiera "localizzata", un'altra inventare da capo tutto e ogni volta. E' ora di dire basta e ripartire dai tanti ottimi testi approvati che già esistono e - guarda un po' - vengono sistematicamente trascurati. Con conseguenze che lei può ben vedere. PS. cercherò questi foglietti napoletani...

Querculanus ha detto...

Un'altra questione a proposito del Kyrie. Spero che nella nuova edizione del Messale italiano sia eliminata la traduzione italiana e sia lasciato unicamente il testo originale greco. Il Kyrie è sopravvissuto a secoli di Messa in latino, deve proprio scomparire con la traduzione nelle lingue volgari? Nel Messale ambrosiano hanno lasciato i tre Kyrie eleison così com'erano.
Così pure, spero che si riveda la formulazione del Kyrie con i tropi, facendo una traduzione più letterale del testo originale latino, anche qui sul modello del Messale ambrosiano. La formula latina è: "Qui missus es sanare contritos corde: Kyrie, eleison". Il Messale italiano traduce: "Signore, mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi". E noi a sforzarci di ricordare che in questo caso dobbiamo rispondere: "Signore, pietà", mentre all'invocazione successiva dovremo rispondere: "Cristo, pietà". Tutto sarebbe più semplice se si dicesse: "Tu che sei stato mandato a salvare i contriti di cuore: Kyrie, eleison". E senza nessuno sforzo ripeteremmo: "Kyrie, eleison".

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