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mercoledì 25 dicembre 2013

Guardate, fratelli, l'umiltà di Dio!

Come il padre San Francesco, così anche il suo fedele seguace sant'Antonio di Padova aveva una devozione sconfinata per l'incarnazione del Signore e per la conteplazione di Gesù "povero e umile", figlio della "Vergine poverella". Così il Santo Dottore evangelico ci esorta a guardare al presepio, ascoltando l'annuncio degli angeli ai pastori:
«C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte e custodivano il loro gregge...E l'angelo disse ai pastori: Ecco, io vi annunzio una grande gioia, perché oggi vi è nato il Salvatore...» (Lc 2,8.10.11).
E per trovare questa gioia ci è dato un segno, quando l'angelo soggiunge: «Questo sarà per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Qui dobbiamo osservare due cose: l'umiltà e la povertà. Beato colui che avrà ricevuto questo segno sulla fronte e sulle mani, cioè con la professione di fede e nelle opere. Che cosa significa dire: «Troverete un bambino», se non che troverete la sapienza che balbetta, la potenza resa debole, la maestà abbassata, l'immenso fatto bambino, il ricco fattosi poverello, il re degli angeli che giace in una stalla, il cibo degli angeli divenuto quasi fieno per gli animali, colui che da nulla può essere contenuto, adagiato in una stretta mangiatoia?
Per il Verbo incarnato, per il parto verginale, per il Salvatore nato sia gloria a Dio Padre nei cieli altissimi, e sia pace in terra agli uomini che egli ama (cf. Lc 2,14). Si degni di concederci questa pace colui che è benedetto nei secoli. Amen.
Sant’Antonio, Sermone sul Natale del Signore §10
Presepio 2013 della Basilica di S.Antonio, sullo sfondo si vede il Santuario padovano

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