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giovedì 2 ottobre 2014

Sant'Antonio ci chiede: hai chiesto scusa al tuo Angelo custode per non averlo ascoltato?

Sant'Antonio e angeli, di Leonardo da Besozzo sec. XV
Napoli, Chiesa di San Lorenzo Maggiore - Cappellone di Sant'Antonio.
Sant'Antonio, nel suo Sermone sulla riconciliazione fraterna (Domenica VI dopo Pentecoste, §14) ci presenta una dottrina alquanto singolare, eppure molto attenta alla necessità tipicamente francescana di fare pace con tutti: con Dio, con il prossimo (cioè gli altri esseri umani), con gli angeli (cioè i nostri fratelli di puro spirito), e perfino con noi stessi (il nostro spirito, dice Antonio). Con Cristo ci riconcilia la confessione, con il prossimo il "fare il primo passo" per chiedere perdono. Ma anche con l'angelo custode, che spesso non ascoltiamo, c'è bisogno di riconciliarsi. Sorprendente è che sant'Antonio ci dice che perfino l'opera di misericordia verso i poveri può aspettare, se ci si ricorda di dover chiedere scusa al proprio Angelo! Effettivamente, però la logica è dalla parte di Antonio: come si lascia la preghiera verso Dio per riconciliarsi con l'uomo, così non si deve confidare nell'offerta che va a Dio attraverso il povero, pensando sia l'unica cosa che conta, e tralasciando l'attenzione alle creature spirituali e invisibili, nostri fratelli che ci ricordano l'obbedienza a Dio, e  di tendere verso l'alto.
"Ci sono quattro specie di offerte, e anche quattro diversi tipi di nostri fratelli....Fratello nostro è ogni prossimo, Cristo, l'angelo e il nostro spirito. 
Se dunque presenti il dono della preghiera all'altare della santa Trinità, e lì ti ricordi che il fratello, cioè il tuo prossimo, ha qualcosa contro di te, se tu lo hai offeso con parole o con atti, o se hai del malanimo contro di lui: se è lontano, va', non con i piedi ma con l'animo umile a prostrarti al cospetto di colui al quale stai per fare la tua offerta; se invece è presente, va' con i tuoi piedi, a chiedergli perdono.... 
Se offri il dono dell'elemosina ai poveri, e lì ti ricordi che il tuo fratello, cioè l'angelo, che dal momento della creazione, quando anche tu sei stato creato, per grazia ti è stato assegnato da Dio, per portare in cielo le tue preghiere e le tue elemosine, ha qualcosa contro di te, cioè si lamenta di te perché, mentre lui ti suggerisce il bene tu rivolgi altrove l'orecchio dell'obbedienza, lascia lì il tuo dono, non confidare cioè nella tua arida elemosina fatta senza sentimento, ma va' prima, con i passi dell'amore, a riconciliarti per mezzo dell'obbedienza all'angelo dell'ammonizione, che ti è stato dato come custode, e poi presenta per mano sua il tuo dono, che sarà così gradito a Dio".

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