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giovedì 15 ottobre 2015

S.Francesco ecologista ante-litteram? Macchè, era cattolico anche nel suo amore alle creature. La nuova vita del Celano già lo sottolinea


Jacques Dalarun, direttore di ricerca al CNRS (Istituto di ricerca e di storia dei testi, Parigi), ha recentemente scoperto in un piccolo codice antologico "tascabile" della fine del '200 una nuova biografia di San Francesco attribuita a fra Tommaso da Celano, autore della Vita Prima e della Vita Seconda già da tempo classificate nelle fonti francescane come documenti insostituibili per conoscere la vita e le vicende del Santo di Assisi quasi di prima mano.
Mi pare piuttosto importante la sottolineatura che Dalarun riporta con insistenza. In questa vita spesso si ricorda la fraternità francescana con tutte le creature (non con la generica Natura!), cioè con gli altri figli dell'unico Creatore.
E' importante che lo scopritore della nuova vita celaniana ci ricordi che per la prima volta nella storia francescana, in questo testo, si fa riferimento al fatto che Francesco si sentiva fratello di tutte le creature propter unum principium, cioè: a ragione di un unico principio. Questa specificazione non è solo teologica: Francesco, cioè, amava il creato in Dio Creatore, non in se stesso, ma è anche una poderosa affermazione antieretica, di cattolicità del Santo da poco canonizzato. Infatti i Catari credevano in "due principi" creatori, quello buono e quello malvagio, di ugual forza e sempre in lotta. Francesco non è Cataro dualista, non crede che la materia venga dal principio malvagio che racchiude in essa, con inganno e come in un carcere lo spirito creato dal Dio buono. La Chiesa cattolica mai ha autorizzato questa credenza, l'ha anzi sempre combattuta. In questo particolare possiamo anche intravedere come Tommaso da Celano faccia appello al Concilio Lateranense IV del 1215, il Concilio che si svolge al tempo della maturità del Santo di Assisi. In questo Concilio nella Costituzione contro i Catari, la Santissima Trinità è definita appunto:"Principio unico di tutto, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e materiali".
Sono convito che il Celano, scrivendo la nuova (o meglio "ritrovata") Vita, attorno agli anni 1232-39, cioè all'indomani della Crociata contro i catari albigesi, inserisce questa precisazione - che sarà poi ripresa anche da Bonaventura - per distanziare definitivamente Francesco da correnti eretiche che avrebbero potuto o voluto impossessarsene. 
Ecco un'intervista allo scopritore della Vita del Celano, ripresa durante il recente Festiva Francescano tenuto a Bologna, dove si accenna al particolare del "propter unum principium" a proposito dell'amore di Francesco per gli animali e le altre creature:


TV2000 ha presentato in anteprima, in un bel documentario, il codice che riporta la nuova Vita di San Francesco, codice che -tra l'altro- appare agli esperti come il più antico manoscritto originale di area francescana. Un manoscritto che anche nella sua fisicità e povertà ci parla del carisma francescano originario, che desidera tenere insieme la predicazione (che ha bisogno di testi) e l'umiltà povera e caparbia (che rimane sospettosa dei mezzi ricchi o costosi come i libri nel medioevo e cerca di evitarli).
Tommaso da Celano, per concludere, mi sembra diventare con questa terza vita uscita dalla sua penna, sempre più simile ad una Liliana Cavani del medioevo, talmente appassionati di San Francesco da dedicargli non due, ma ben tre opere ciascuno!

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