Dal nuovo Blog ufficiale dell'antica e prestigiosa Cappella Musicale della Pontificia Basilica di Sant'Antonio colgo volentieri la novità dell'anticipazione dei canti programmati per la festività dell'Immacolata Concezione, celebrata sempre in maniera particolarmente solenne presso la Basilica patavina officiata dai francescani conventuali. Ecco, dunque, il programma per la Messa dell'8 dicembre:
* Ordinario:
Missa Brevis n.7 Ch. Gounod
Missa Brevis n.7 Ch. Gounod
* Offertorio:
Ave Maria J. Arcadelt
Ave Maria J. Arcadelt
* Comunione:
Ave Maris Stella A. Sabbattini
Ave Maris Stella A. Sabbattini
O Santissima Melodia Trad.
* Finale:
Cantate Domino V. Miserachs
Cantate Domino V. Miserachs
Tota Pulchra P. Borroni
Accanto all'Ordinario della Missa brevis di Gounod, sintetico nei tempi ma ben intonato alle celebrazioni basilicali, dobbiamo notare la novità dell'Introito Gaudens Gaudebo (che è quello proprio dell'Immacolata) su musica piuttosto contemporanea, che pur fa un inchino al gregoriano, del promettente 22enne compositore veneto De Giacometti: il Maestro Casarin scommette sulla gioventù. L'Ave Maria dell'Offertorio, canto proprio del giorno, lo ascolteremo invece in più classica composizione di Arcadelt. Alla comunione troviamo un Ave Maris stella composto (se indovino bene, nonostante l'eccesso di doppie) da L.A. Sabbatini, uno dei frati maestri di Cappella della Basilica alla fine del '700 inizio '800. I canti che punteggiano la processione, finita la Messa, ci presentano il Cantate Domino dell'attuale preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, che accompagnerà l'inizio della processione, la quale sarà poi conclusa sulla linea della tradizione, con il Tota Pulchra dell'ottocentesco Maestro di Cappella il francescano padre Borroni: un brano alquanto melodrammatico, eppure classico e atteso dai frequentatori della processione dell'8 dicembre (ne avevo parlato qui).
Il mix di autori di oggi e di ieri ripropone, non senza un certo coraggio, la vera tradizione delle Cappelle musicali dei maggiori templi cattolici d'Europa: fedeltà ai testi liturgici fissati, presentati però con rivestimenti musicali che, al tesoro delle composizioni classiche sempre riverite, non temono di aggiungere il contributo dei contemporanei. Il tempo dirà se le nuove composizioni diverranno a loro volta stelle durevoli di prima grandezza, o se brilleranno per una sola stagione.
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