Il nostro Papa Benedetto XVI si conferma ogni giorno di più oltre che un raffinato teologo, splendido predicatore, giusto pontefice, anche vero amico di coloro che sa essergli fedeli. E questo nonostante tutte le loro difficoltà e perfino inadeguatezze, dovute a varie ragioni, non ultima l'età che avanza. Questo, mi pare, emerge benissimo dalla lettera che Papa Ratzinger ha voluto mandare prima del suo riposo estivo a Castel Gandolfo al Segretario di Stato Tarcisio Bertone, attualmente sotto attacco con un fuoco incrociato entro la Curia e fuori della Curia. Così dunque si esprime il buon Papa (aggiungo qualche commento...)
Al Venerato e Caro Fratello [la formula di rito è Venerato Fratello, già l'aggiungere "Caro" è un chiaro segno di affetto personale]il Signor Cardinale Tarcisio Bertone
Alla vigilia della partenza per il soggiorno estivo a Castel Gandolfo [= sto partendo per le ferie, e mi piacerebbe che a Roma tutti rimanessero un po' tranquilli, perciò], desidero esprimerLe profonda riconoscenza per la Sua discreta vicinanza e per il Suo illuminato consiglio [= il Papa contraddice chi afferma che Bertone è distante dalle sue posizioni e non lo aiuto come dovrebbe], che ho trovato di particolare aiuto in questi ultimi mesi [il Papa conosce e si avvale del Card. Bertone da lunghi anni, però menziona esplicitamente "gli ultimi mesi", quelli difficili della tempesta e della fuga di documenti, con l'attacco frontale al Segretario di Stato].
Avendo notato con rammarico le ingiuste critiche levatesi verso la Sua persona [come si dice: papale papale. Niente giri di parole. Benedetto definisce "ingiuste critiche" le evidenti bordate contro l'anziano cardinale suo amico], intendo rinnovarLe l’attestazione della mia personale fiducia [= l'unica opinione che conta, in questo caso, è la mia - dice implicitamente il Papa - e io ho fiducia anche se gli altri non ce l'hano], che già ebbi modo di manifestarLe con la Lettera del 15 gennaio 2010, il cui contenuto rimane per me immutato [al Papa tocca anche ricordare quello che già dovette scrivere in altra occasione, per sostenere il Card. Bertone a cui, allora, rimandava la meritata pensione per raggiunti limiti di età].
Nell’affidare il Suo ministero alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, [il Papa, con finezza, menziona la Madonna con il titolo di "ausiliatrice", caro ai Salesiani, di cui Bertone è membro] e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo [e voi sapete, sembra dire il Papa, che quando si nominano i santi apostoli Pietro e Paolo al termine delle missive papali, di solito se ne invoca l'ira su quanti non obbediscono alla Sede Romana...], mi è gradito inviarLe, insieme con il fraterno saluto [i vescovi fra loro sono tutti "fratelli nell'episcopato", ma qui il Papa è particolarmente fraterno], la Benedizione Apostolica, in pegno di ogni desiderato bene.
Dal Vaticano, 2 luglio 2012.
Magister, approfondisce così il riferimento alla lettera del 2010, e commenta:
La precedente lettera del 15 gennaio 2010 citata dal papa era stata anch’essa resa pubblica a suo tempo.
In essa, il papa prendeva atto delle dimissioni a lui presentate da Bertone al compimento dei 75 anni di età.
E proseguiva spiegando perché l’aveva voluto nominare segretario di Stato e perché intendeva mantenerlo al suo posto:
“Ho sempre ammirato il suo ’sensus fidei’, la sua preparazione dottrinale e canonistica e la sua ‘humanitas’, che ci ha molto aiutato a vivere nella Congregazione per la Dottrina della Fede un clima di autentica familiarità, unita ad una decisa e determinata disciplina di lavoro. Tutte queste qualità sono state il motivo che mi ha portato alla decisione, nell’estate del 2006, di nominarLa mio Segretario di Stato e sono oggi la ragione per la quale, anche in futuro, non vorrei rinunciare a questa sua preziosa collaborazione”.
Il “contenuto” di quella lettera del 2010, scrive oggi il papa: “rimane per me immutato”.Il vaticanista esperto ha fiuto per i "segni dei tempi" della Curia Romana. La squisitezza dei gesti di Benedetto XVI, comunque, è sottolineata e assolutamente apprezzabile, un vero esempio di cortesia e amicizia ecclesiale.
Nel frattempo, però, le “qualità” che propiziarono a Bertone la nomina hanno avuto in lui dei cedimenti visibili a tutti, specie in questi ultimi tempi.
La “humanitas” è stata clamorosamente contraddetta, ad esempio, dall’inaudita brutalità con la quale lo scorso 24 maggio è stato cacciato Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione.
Quanto alla “disciplina di lavoro”, la continua fuga di carte riservate dagli uffici vaticani ne è la perfetta smentita.
“Humanitas” e “disciplina” sono piuttosto le virtù di cui Benedetto XVI sta dando somma prova, in questo suo affettuoso accompagnamento del cardinale Bertone verso la messa a riposo, dopo l’estate.
Nessun commento:
Posta un commento