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mercoledì 4 luglio 2012

Squisitezza benedettiana

Il nostro Papa Benedetto XVI si conferma ogni giorno di più oltre che un raffinato teologo, splendido predicatore, giusto pontefice, anche vero amico di coloro che sa essergli fedeli. E questo nonostante tutte le loro difficoltà e perfino inadeguatezze, dovute a varie ragioni, non ultima l'età che avanza. Questo, mi pare, emerge benissimo dalla lettera che Papa Ratzinger ha voluto mandare prima del suo riposo estivo a Castel Gandolfo al Segretario di Stato Tarcisio Bertone, attualmente sotto attacco con un fuoco incrociato entro la Curia e fuori della Curia. Così dunque si esprime il buon Papa (aggiungo qualche commento...)
Al Venerato e Caro Fratello [la formula di rito è Venerato Fratello, già l'aggiungere "Caro" è un chiaro segno di affetto personale]il Signor Cardinale Tarcisio Bertone
Alla vigilia della partenza per il soggiorno estivo a Castel Gandolfo [= sto partendo per le ferie, e mi piacerebbe che a Roma tutti rimanessero un po' tranquilli, perciò], desidero esprimerLe profonda riconoscenza per la Sua discreta vicinanza e per il Suo illuminato consiglio [= il Papa contraddice chi afferma che Bertone è distante dalle sue posizioni e non lo aiuto come dovrebbe], che ho trovato di particolare aiuto in questi ultimi mesi [il Papa conosce e si avvale del Card. Bertone da lunghi anni, però menziona esplicitamente "gli ultimi mesi", quelli difficili della tempesta e della fuga di documenti, con l'attacco frontale al Segretario di Stato].
Avendo notato con rammarico le ingiuste critiche levatesi verso la Sua persona [come si dice: papale papale. Niente giri di parole. Benedetto definisce "ingiuste critiche" le evidenti bordate contro l'anziano cardinale suo amico], intendo rinnovarLe l’attestazione della mia personale fiducia [= l'unica opinione che conta, in questo caso, è la mia - dice implicitamente il Papa - e io ho fiducia anche se gli altri non ce l'hano], che già ebbi modo di manifestarLe con la Lettera del 15 gennaio 2010, il cui contenuto rimane per me immutato [al Papa tocca anche ricordare quello che già dovette scrivere in altra occasione, per sostenere il Card. Bertone a cui, allora, rimandava la meritata pensione per raggiunti limiti di età].
Nell’affidare il Suo ministero alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, [il Papa, con finezza, menziona la Madonna con il titolo di "ausiliatrice", caro ai Salesiani, di cui Bertone è membro] e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo [e voi sapete, sembra dire il Papa, che quando si nominano i santi apostoli Pietro e Paolo al termine delle missive papali, di solito se ne invoca l'ira su quanti non obbediscono alla Sede Romana...], mi è gradito inviarLe, insieme con il fraterno saluto [i vescovi fra loro sono tutti "fratelli nell'episcopato", ma qui il Papa è particolarmente fraterno], la Benedizione Apostolica, in pegno di ogni desiderato bene.
Dal Vaticano, 2 luglio 2012.
Papa Benedetto sta cercando, con tutta evidenza, di calmare le acque, ma anche dà - e non solo a pare mio - un segnale. Questa lettera ha il tono del ringraziamento per un vecchio e caro amico di battaglia, ma il Papa sa che per il bene suo e dell'amico sta arrivando il tempo di lasciarlo andare. La Curia ha bisogno di forze fresche nel nostromo, non solo di amicizia e fedeltà nei confronti del capitano.

Magister, approfondisce così il riferimento alla lettera del 2010, e commenta:
La precedente lettera del 15 gennaio 2010 citata dal papa era stata anch’essa resa pubblica a suo tempo.
In essa, il papa prendeva atto delle dimissioni a lui presentate da Bertone al compimento dei 75 anni di età.
E proseguiva spiegando perché l’aveva voluto nominare segretario di Stato e perché intendeva mantenerlo al suo posto: 
“Ho sempre ammirato il suo ’sensus fidei’, la sua preparazione dottrinale e canonistica e la sua ‘humanitas’, che ci ha molto aiutato a vivere nella Congregazione per la Dottrina della Fede un clima di autentica familiarità, unita ad una decisa e determinata disciplina di lavoro. Tutte queste qualità sono state il motivo che mi ha portato alla decisione, nell’estate del 2006, di nominarLa mio Segretario di Stato e sono oggi la ragione per la quale, anche in futuro, non vorrei rinunciare a questa sua preziosa collaborazione”. 
Il “contenuto” di quella lettera del 2010, scrive oggi il papa: “rimane per me immutato”.
Nel frattempo, però, le “qualità” che propiziarono a Bertone la nomina hanno avuto in lui dei cedimenti visibili a tutti, specie in questi ultimi tempi.
La “humanitas” è stata clamorosamente contraddetta, ad esempio, dall’inaudita brutalità con la quale lo scorso 24 maggio è stato cacciato Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dell’Istituto per le Opere di Religione.
Quanto alla “disciplina di lavoro”, la continua fuga di carte riservate dagli uffici vaticani ne è la perfetta smentita.
“Humanitas” e “disciplina” sono piuttosto le virtù di cui Benedetto XVI sta dando somma prova, in questo suo affettuoso accompagnamento del cardinale Bertone verso la messa a riposo, dopo l’estate.
Il vaticanista esperto ha fiuto per i "segni dei tempi" della Curia Romana. La squisitezza dei gesti di Benedetto XVI, comunque, è sottolineata e assolutamente apprezzabile, un vero esempio di cortesia e amicizia ecclesiale.

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