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lunedì 17 dicembre 2012

Tutti devono avere libertà di parola e di pensiero? No, il Papa no!

Guardate cos'è successo ieri durante l'Angelus domenicale, quando un gruppo di attivisti ha inscenato una protesta, subito stroncata con fermezza e gentilezza dal servizio d'ordine di Piazza san Pietro:

 

E questo perché? Perché il Papa ha ricordato con cristallina chiarezza, nel recente Messaggio per la giornata mondiale della Pace che: 
 Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità 
 4. Via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace. ...
Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.
Tralasciando - per ora - la questione dell'aborto: mi pare si capisca abbastanza perché uccidere i bambini sia un atto contro la pace, dobbiamo soffermarci sulla questione dello stravolgimento dell'istituzione matrimoniale (che alcuni vorrebbero tra uomini e uomini o donne e donne).
I signori immortalati nel video non apprezzano che il Papa faccia un discorso argomentando con la ragione e non con la fede? Se hanno qualcosa da dire, invece di inscenare proteste, sarebbe ora di iniziare a rispondere con argomenti ragionevoli, a domande del tipo: "Che vantaggio può ricavare la società dal riconoscere come matrimonio un'unione omosessuale?" e poi "Che differenza può fare oggi, oggi che tutti rifiutano il matrimonio, insistere per avere un diritto che nessuna società umana, fino ai nostri giorni, si è mai sognata di dover riconoscere?" e ancora: "Che senso legale può avere che i desideri privati di singoli debbano diventare per forza diritti riconosciuti e sanciti, se nessuna maggioranza di cittadini democraticamente condivide tutto questo? (e lo si è dimostrato perfino nella laicissima Australia...)". Insomma: perché mai una libertà privata di convivenza, che nessuno nei nostri paesi civili e occidentali si sogna di coartare, deve addirittura diventare norma e diritto da imporre a tutti, addirittura cambiando l'istituto matrimoniale (che non è né cristiano, né religioso, è un'istituto dell'umanità!)?

Allora aspettiamo le pacate e ragionevoli argomentazioni, invece di urla e cartelloni che, poi, vengono esposti solo a San Pietro, stranamente, anche se tutti i musulmani, gli ebrei, i buddisti e parecchi altri sono - guarda un po'- d'accordo col Papa. Eppure non si sono viste proteste davanti alla Moschea di Roma o Parigi o Londra, tanto meno davanti alle Sinagoghe. Come mai? Benedetto è stato chiaro: non sono questioni di fede. Ciononostante anche esimi commentatori continuano ad affermare pacificamente che "è solo la Chiesa oscurantista ad opporsi a queste innovazioni di civiltà". Non pare proprio. E comunque: aspettiamo una risposta agli argomenti con altri illuminanti argomenti. Non con sceneggiate.

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