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giovedì 17 settembre 2009

A un passo dai dialoghi teologici, lefebvriani si vantano delle sortite in san Pietro.

la carta d'identità del prete: il celebret
No non si fa così. Mi dispiace. Se un sacerdote canonicamente sospeso (questo è il caso dei sacerdoti della Fraternità sacerdotale San Pio X, diverso dal caso di un sacerdote di una chiesa non in comunione con Roma) senza farsi notare, o approfittando della sbadataggine dei sacrestani celebra la santa Messa in san Pietro, non dovrebbe di certo vantarsi di questo "successo", ma eventualmente nascondere la cosa, di per sè non secondo i canoni, soprattutto adesso che stanno per prendere il via i tanto desiderati e faticosamente sperati colloqui teologici fra Lefebvriani e Roma. Ecco invece la notizia in mostra sul sito della SSPX tedesca. Potrebbe venire il sospetto di diffusione pilotata, al fine di sabotare i colloqui?
Con l'inganno e il sotterfugio, comunque, non si ottiene nessun riconoscimento. Il sacerdote in questione dice che "gli è stato permesso" di celebrare. Forse lui non ha detto chi era.
Mi dispiace per il confratello "furbetto dell'altarino" e anche di più per chi deve sempre domandare di vedere il "Celebret", cioè il documento che prova che il sacerdote richiedente non è incorso in censure, sospensioni o altri provvedimenti che gli impediscono di celebrare in pubblico.
Questa è la norma della Chiesa cattolica, e tutti quelli che si dicono cattolici vi si adeguano volentieri.
E dopo il commento eccovi la notizia, come riportata dalle agenzie di stampa:

VATICANO: LEFEBVRIANO CELEBRA IN S.PIETRO. S.SEDE, NESSUN CASO

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 16 set - Nei Paesi di lingua tedesca, dove sono piu' forti le polemiche tra i vescovi cattolici e i tradizionalisti della Fraternita' Sacerdotale San Pio X, ha destato scalpore negli ultimi giorni la notizia che un sacerdote lefebvriano avrebbe celebrato nel mese di agosto una o piu' messe 'in latino' nella Basilica di San Pietro. A diffondere la notizia e' stata la stessa Fraternita' sul proprio sito web: p. Marcus Jasny, priore della comunita' lefebvriana di Neustadt, in Germania, ha guidato un gruppo di maturande di una scuola della Fraternita' in pellegrinaggio a Roma dal 24 agosto al 2 settembre. Durante quei giorni, il sacerdote racconta di aver celebrato tutte le mattine alle 7 una messa secondo la 'forma straordinaria' del Rito Romano - la messa preconciliare il cui uso papa Benedetto XVI ha liberalizzato con il Motu Proprio Summorum Pontificum - proprio nella basilica di San Pietro.

La Fraternita' San Pio X, anche dopo la revoca della scomunica che pendeva sui suoi quattro vescovi voluta in gennaio da papa Ratzinger, rimane priva di riconoscimento canonico da parte della Santa Sede, e i suoi preti sono da considerarsi validamente ma illecitamente ordinati.

''Non abbiamo ricevuto nessuna richiesta scritta di celebrare nella Basilica da un sacerdote con quel nome'', spiega all'ASCA Giuseppe Passeri, officiale dell'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, che chiarisce che pero' sono centinaia i preti che ogni giorno arrivano alla Sagrestia della Basilica e chiedono di poter celebrare insieme a piccoli gruppi in una delle cappelle laterali di San Pietro. Il permesso viene generalmente accordato dopo che il sacerdote ha mostrato i suoi documenti; inoltre, dopo il Motu Proprio non c'e' nessun problema a celebrare secondo il rito preconciliare. ''Le cappelle laterali, che hanno l'altare attaccato contro il muro - aggiunge il funzionario vaticano - sono tra l'altro piu' adatte alla celebrazione della messa in latino, perche' le cappelle piu' grandi hanno l'altare staccato come richiesto dal Concilio Vaticano II''. ''Ad ogni modo - conclude - si tratta di un piccolo episodio, non c'e' nessun caso''.

asp/cam/alf


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma siamo sicuri che tutto si sia veramente svolto come descritto dal giornalista?

Qualche dubbiolo avrei. Innanzi tutto viene citato un officiale dell'ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, il quale dice pure di non aver ricevuto richieste: che c'entra la prefettura delle celebrazioni pontificie? Nulla, tale ufficio non è infatti incaricato di autorizzare i sacerdoti che si presentano in san Pietro.

Non è che il prete in questione s'è presentato a celebrare e: o nessuno gli ha chiesto il celebret oppure è stato autorizzato ugualmente pur sapendo che era un prete della FSSPX?

Io mi informerei meglio.
Certo che se il prete in questione ha agito con inganno è da censurare, ma ne dubito che lo abbia fatto. E se anche lo ha fatto penserei ad una azione personale, non ad una iniziativa riconducibile all'intera Fraternità.

Antonello

Areki ha detto...

Non facciamo inutili allarmismi. Il gesto del sacerdote della San Pio X, se c'è stato, si può benissimo interpretare come un gesto normale di un prete che per sua devozione e per sottomissione alla santa sede celebra nella basilica di san Pietro. Nel 2000 fu consentito ai sacerdoti della fraternità ci attraversare pubblicamente la Porta santa e lucrare l'indulgenza....
Invito a leggere il mio post sull'argomento a firma Areki su Messainlatino.it.
don bernardo

Antonino ha detto...

Per AREKI: Che il gesto ci sia è sicuro perchè lo dice il sito ufficiale della SSPX tedesca.
E poi se davvero un sacerdote vuole esprimere la "sua devozione e per sottomissione alla santa sede ", per prima cosa OBBEDISCE alla Santa Sede. Sapendo di essere un sacerdote che ha ricevuto irregolarmente l'ordine sacro, e perciò sospeso, non celebra sicuramente in San Pietro, proprio per rispetto al Papa e alle leggi dai papi promulgate.
Ma si sa, l'obbedienza è virtù sconosciuta ai preti di oggi, sia uniti a Roma che a Econe. Su questo, almeno, sono tutti uguali.

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