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giovedì 31 luglio 2008

Il proprio in latino della festa di Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola

Non avendolo trovato da nessuna parte il proprium della festa francescana del 2 agosto, lo posto io, per la gioia di tutti i figli di San Francesco che vogliono celebrare e studiare bene i testi della messa della Patrona dell'Ordine nostro, secondo il Missale Romano-Seraphicum N.O.
Tutte le informazioni su questa bella festa francescana, conosciuta anche come "festa del Perdon d'Assisi" le potete trovare sul sito di Maranatha.it, che fornisce anche i testi in italiano del messale serafico.
BUONA INDULGENZA A TUTTI!!!!

Die 2 augusti

Beatae Mariae Virginis Angelorum de Portiuncula

Festum

Ant. ad introitum Gdt 13, 31
Benedícta tu a Dómino
quóniam in omni gente quae audíerit nomen tuum,
magnificábitur super te Deus Israel.

Benedetta sei tu dal Signore:
tutte le generazioni, nell’udire il tuo nome, loderanno l’Altissimo.

Collecta
Sanctíssimae venerántibus Vírginis Maríae
Angelórum Regínae memoriam gloriósam,
ipsíus nobis, quaésumus, Dómine, intercessióne concede,
ut de plenitúdine grátiae tuae
nos quoque mereámur accípere.
Per Dóminum…

Guarda, Signore, il tuo popolo riunito nel ricordo della beata Vergine Maria, Regina degli Angeli, e fa’ che, per sua intercessione, possa partecipare alla pienezza della tua grazia.Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Alleluia Lc 1, 28. 42
R. Allelúia
V. Ave María, grátia plena, Dóminus tecum,
benedícta tu in muliéribus.
R. Allelúia

Super oblata
Laudis tibi, Dómine, hóstias offérimus,
de Genetrícis Fílii tui festivitáte laetántes;
praesta, quaesumus, ut per haec sacrosáncta commercia
ad redemptiónis aetérnae proficiámus augméntum.
Per Christum.

Ti offriamo con gioia, o Signore, il pane e il vino per il sacrificio di lode nella festa della Madre del tuo Figlio; in cambio della nostra umile offerta, donaci una conoscenza sempre più viva del mistero della redenzione. Per Cristo nostro Signore.

Praefatio de beata Maria Virgine (et te in festivitate).

Ant. ad Communionem Cfr Lc 1, 48
Béatam me dicent omnes generations,
quia ancíllam húmilem respéxit Deus.

Tutte le generazioni mi chiameranno beata,
perché Dio ha guardato all'umiltà della sua serva.

Post Communionem
Recoléntibus, Dómine, beátae Maríae Vírginis memoriam
prosit caeléste convívium,
ut dignius imménsam in nos Fílii tui
misericórdiam celebrémus,
et dilectiónem erga eum perpétuam nutriámus.
Per Christum.

Ci giovi, o Signore, il convito a cui abbiamo preso parte, in questa celebrazione della Vergine Maria; ci faccia sperimentare più abbondante la misericordia del tuo Figlio, e ci ottenga di amare per sempre Lui, che è Dio, e vive e regna nei secoli dei secoli.

Le letture della Messa le riporto in Italiano: sono tre per i luoghi dove si festeggia come solennità, altrimenti si sceglie la prima o la seconda come unica lettura prima del Vangelo:

Prima Lettura Sir 24, 1-4. 22-31
Dal libro del Siràcide
La sapienza loda se stessa, si vanta in mezzo al suo popolo. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, si glorifica davanti alla sua potenza. In mezzo al suo popolo si esalta e nella comunità santa si glorifica. Tra la moltitudine degli eletti si darà lode, e tra i benedetti si benedirà.Come un terebinto ho esteso i rami e i miei rami son rami di maestà e di bellezza. Io come una vite ho prodotto germogli graziosi e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.Io sono la madre del bell’amore e dei timore, della cogni­zione e della santa speranza. In me è ogni grazia di via e di verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei prodotti. Poiché il ricordo di me è più dolce dei miele, il possedermi è più dolce del favo di miele. La mia memoria rimarrà per tutti i secoli.Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me, avranno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà. Quelli che mi faranno conoscere avranno la vita eterna.

Salmo Responsoriale Lc 1,46-55

R. Grandi cose ha operato il Signore nella Vergine Maria.

«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza dei suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».

Seconda Lettura Gal 4, 3-7
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.E che voi siete figli, ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Canto al Vangelo Lc 1, 28. 42
Alleluia, alleluia.
Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te,
tu sei benedetta fra le donne.
Alleluia.

+ Vangelo Lc 1,26-33
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.L’angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo;il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Sono un po' in vacanza, ma sempre vigilante

Anche se un po' qua e un po' la per il periodo estivo, il blog è sempre sorvegliato. Domani verso mezzogiorno una bella sorpresa .....editoriale. Non mancate!

mercoledì 23 luglio 2008

Da tutte le chiese appelli all'anglicanesimo: tornate alla Bibbia!

Card. Dias -sn- con R. WilliamsSembrerebbe paradossale che Cattolici e Ortodossi debbano richiamare i fratelli protestanti (anglicani) a prendere più sul serio il dettato biblico, eppure è proprio quello che sta succedendo in questi giorni alla conferenza di Lambeth, una assise di tutti i primati delle chiese anglicane riunite sotto l'egida dell'Arcivescovo di Canterbury (nella foto insieme al Card. Ivan Dias) per discutere questioni che riguardano l'intera "comunione" anglicana. Come già sapete ci sono ormai troppe tensioni e la comunione è ai minimi termini. Tre tendenze si oppongono tra loro: i liberal americani e inglesi che vogliono solo "rimanere collegati" con la cultura post-cristiana euroatlantica, ammettendo tutto: donne vescovo, preti omossessuali praticanti, interpretazioni a manica larghissima di tutti i precetti biblici e perfino dei 10 comandamenti, sterilizzazione della missione in nome del dialogo interreligioso.,..vogliamoci bene e non discutiamo. Poi ci sono gli evangelical protestanti duri e puri, per i quali però la parola ortodossia ha ancora un valore. Vogliono rimanere attaccati all'interpretazione radicale della Bibbia e ai principi storici dell'anglicanesimo, che non ritengono "superati" come i colleghi liberal. Per ultimi ci sono i pochi anglo-cattolici usciti colle ossa rotte dal Sinodo Generale inglese che ha ammesso le donne vescove, senza tener conto della loro posizione. Gli anglo-cattolici desiderano più cattolicesimo nella chiesa anglicana, propugnano un riavvicinamento a Roma e sono attaccati a tutte le forme cattoliche presenti (o risuscitate) nell'anglican communion. In alcuni casi si alleano paradossalmente agli evangelici: la chiesa Alta e la chiesa bassa unite contro la chiesa larga (i liberali).

Comunque sia, il bello è che il Card. Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli, invitato a parlare come ospite alla conferenza, ha fatto ai vescovi aglicani un bel discorso sull'evangelizzazione, che sarà certo piaciuto per chiarezza alle minoranze agguerrite, non molto ai pasciuti liberali pantofolai, per cui ci si salva in ogni modo.
Hanno rincarato la dose - e sono stati più coraggiosi dei cattolici cardinali - i fratelli ortodossi di Mosca e di Atene. Hanno detto in sostanza: o tornate indietro, cari anglicani, dalla pericolosa china che vi porta a mollare su tutta la linea cristiana, o arrivederci ecumenismo.
Vi incollo qui sotto le notizie odierne della Radio Vaticana su queste questioni:

Il tema della testimonianza cristiana è stato al centro dell'intervento del cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, alla Conferenza di Lambeth, incontro decennale di tutti i vescovi anglicani del mondo, che si svolge a Canterbury. Il porporato si è soffermato sulle sfide all’evangelizzazione: “Se in passato le tradizionali aree di evangelizzazione erano il cuore dell'uomo e la casa, la sanità e l’educazione, i malati e gli anziani, non possiamo ignorare i nuovi orizzonti che devono essere illuminati dalla luce di Cristo”. Tra i moderni “areopaghi” che hanno bisogno di essere evangelizzati – ha aggiunto il cardinale - vi sono soprattutto i mass media, il mondo della scienza e della tecnologia, delle comunicazioni politiche e sociali, dei rifugiati e dei migranti, e altri ancora. Sul dialogo interreligioso - riferisce poi l’agenzia Fides - il cardinale Dias ha ribadito che anche nelle altre tradizioni religiose e culturali ci sono elementi autentici, buoni e santi. “Il patrimonio spirituale delle tradizioni religiose non cristiane è un invito a dialogare, non solo in quelle cose che esse hanno in comune con la cultura cristiana, ma anche nelle loro differenze; dialogare significa, mantenendo ferme le cose in cui crediamo, ascoltare rispettosamente gli altri per discernere tutto ciò che vi è di buono e santo, tutto quello che favorisce la pace e la cooperazione”. Il cardinale ha quindi illustrato la dimensione ecumenica dell’evangelizzazione: “L’evangelizzazione è prerogativa unica dello Spirito Santo, che ha bisogno di canali attraverso cui possa fluire. Questo sarà possibile nella misura in cui vi sarà unità e coesione tra i membri della Chiesa, tra loro e i loro pastori, e, soprattutto, tra gli stessi pastori, sia all’interno delle loro comunità come con le altre Confessioni cristiane”. Da sottolineare, poi, che in un messaggio alla Conferenza di Lambeth, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II ricorda l’enorme responsabilità di “scegliere tra norme morali bibliche e tendenze che considerano il peccato e il generale permissivismo come manifestazioni di amore e tolleranza”. Il Patriarca, che si riferisce al tema dell’omosessualità al centro del dibattito nella Chiesa anglicana, auspica anche che “sia possibile mantenere le relazioni” ecumeniche. Anche l’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia, Girolamo, si è augurato che “in occasione dell’Anno Paolino”, la Comunione anglicana “rifletta sul grado in cui sia rimasta fedele o abbia deviato dagli insegnamenti e dai principi paolini”. (A.L.)



Approfondimenti: http://www.episcopalchurch.org/79901_99268_ENG_HTM.htm

domenica 20 luglio 2008

Messa finale della GMG di Sydney

Tutta la messa finale della GMG è disponibile su YouTube a questo indirizzo:
http://it.youtube.com/profile_videos?user=wydolan&p=r

A vari spezzoni è stata caricata l'intera celebrazione.
Notiamo in questa messa la teologia liturgica di Papa Benedetto in piena, sebbene graduale, applicazione: il latino per il padre nostro, benedizione e angelus finale, un tocco di gregoriano per la solenne antifona di comunione; l'altare: sotto ultramoderno, sopra invece secondo l'arraggiamento benedettiano; la comunione in ginocchio e sulla lingua, e l'impressionante silenzio di 300.000 persone dopo la comunione: il papa aveva invitato ad adorare nel cuore Gesù ricevuto nel sacramento, come si vede nel video che vi linko qui sotto, i giovani sono stati splendidi nell'accogliere il suo invito. Davvero un segno controcorrente: il silenzio adorante di una massa enorme di giovani che dimostra di essere lì per pregare.

Il "Si quaeris"
come si canta nella Basilica del Santo

A grande richiesta (anche perchè in tutta la rete non l'ho trovato) metto in linea la musica del responsorio di S.Antonio "Si quaeris miracula". Questa è la musica che ogni martedì risuona presso la tomba del Taumaturgo di Padova. Sono sicuro che sarà utile a molti che desiderano pregare il nostro caro Santo secondo la tradizione. Cliccare per ingrandire l'immagine:

Lo studio di Giovanni Vianini:


Testo latino

Si quaeris miracula, Mors, error calamitas, Daemon, lepra fugiunt, Aegri surgunt sani.
R: Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani.Pereunt pericula, Cessat et necessitas: Narrent hi, qui sentiunt, Dicant Paduani.
R: Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani.Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto.
R: Cedunt mare, vincula: Membra resque, perditas Petunt et accipiunt Iuvenes et cani.
Italiano:Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte, l’errore, le calamità e il demonio; ecco gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute
S’allontanano i pericoli, scompaiono le necessità: lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Inglese (English)
If, then, thou seekest miracles, Death, error, all calamities, The leprosy and demons flee, The sick, by him made whole, arise.
Ant: The sea withdraws and fetters break, And withered limbs he doth restore, While treasures lost are found again, When young or old his help implore.
All dangers vanish from our path, Our direst needs do quickly flee: Let those who know repeat the theme: Let Paduans praise St. Anthony.
Ant: The sea withdraws and fetters break, And withered limbs he doth restore, While treasures lost are found again, When young or old his help implore.To the Father, Son let glory be, And Holy Ghost eternally.
Ant: The sea withdraws and fetters break, And withered limbs he doth restore, While treasures lost are found again, When young or old his help implore.

sabato 19 luglio 2008

La veglia notturna della GMG di Sydney

Il penultimo atto di questa gloriosa Giornata mondiale della Gioventù, guidata dal mite e umile lavoratore della vigna del Signore:

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Leggi qui sotto tutto il discorso del Papa, una profonda catechesi teologica sullo Spirito Santo, intessuta di esperienza personale, studio dei padri e sintesi agostiniana, il tutto cucinato con la semplicità di Benedetto e ammanito ai giovani dei 5 continenti. UN CAPOLAVORO!!!:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2008/july/documents/hf_ben-xvi_spe_20080719_vigil_it.html

Il valore delle sacre rappresentazioni

L'immaginazione vuole la sua parte nello sviluppo e nell'espressione della fede. Papa Benedetto lo sa molto bene, per questo si impegna al ritorno alla forma "bella" che porta ed esprime la sostanza "buona" e "vera". In questo contesto possiamo porre l'esperienza della via crucis animata dagli attori che si è svolta a Sydney nel corso della GMG. Una via crucis perfettamente tradizionale, ma anche assolutamente inculturata nel III millennio. Una sacra rappresentazione televisivamente pensata, e religiosamente condotta su un palcoscenico grande come la metropoli australiana. Un bell'esempio che speriamo sia seguito non solo nelle grandi occasioni, ma anche -certo in forma ridotta - anche nelle parrocchie. Il teatro religioso è il modo migliore di coinvolgere e toccare i giovani: sia quelli che interpretano, sia quelli che guardano.

La benedizione delle medaglie di Sant'Antonio


La medaglia di Sant'Antonio è di solito a forma di croce con riportata sul verso l'antifona che si recita come "breve di s. Antonio", una preghiera alla croce del Signore che mette in fuga le potenze di Satana:

Ecce Crucem Domini! Fugite partes adversae! Vicit Leo de tribu Juda, Radix David! Alleluia!
tradotto:
Ecco la Croce del Signore! Fuggite forze nemiche! Ha vinto il Leone di Giuda, La radice di Davide! Alleluia!

Dal Rituale Romano-Seraphicum del 1942, vi riporto questa preghiera di benedizione che possono impartire i frati minori conventuali, custodi della Basilica e del Corpo del Taumaturgo di Padova:

Benedictio numismatis thaumaturgi S.Antonii
Minister Generalis, Custos Sacri Conventus Assisiensis, Rector Basilicæ S. Antonimi Patavini, Ministri Provinciales, et, si legittima causa impediantur, Religiosi eiusdem Ordinis ab iisdem ad hoc delegati, benedicere possunt pro omnibus fidelibus Numismata S. Antonii Patavini cum inscriptione «Ecce Crucem Domini etc.».

V. Adjutórium nostrum in nómine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.
V. Dómine exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spiritu tuo.

Orémus.
Deus Pater omnípotens, qui ut humánum genus redímeres, et nostrórum inimicórum expélleres potestátem, Fílium tuum Unigénitum in Cruce mori voluísti: per sacratíssimam eiúsdem Unigéniti tui passiónem, ac per intercessiónem Confessóris tui beáti Antónii, Te humíliter deprecámur ut his numismátibus, piam Crucis Fílii tui contra nostros hostes invocatiónem feréntibus, benígne tuam sanctam bene+dictiónem infúndas; + præsta ut qui hoc numísma devote retinúerit, grátiam et indulgéntiam apud te consequátur, ac, miram Crucis virtútem invocando, a malórum spirítuum potestátibus eruántur; devictísque huius sǽculi tentatiónibus, puritáte vitæ, morúmque innocéntia mundus in conspéctu tuo apparére mereántur; tibíque placens, tecum cum Angelis in ætérnum vivat. Per eúndem Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, cum quo vivis et regnas in sǽcula sæculorum. Amen

Sacerdos inde aspergit numismata cum aqua benedicta

Traduzione conoscitiva
Preghiamo
O Dio, Padre onnipotente, tu hai voluto che il tuo Figlio unigenito morisse sulla croce per scacciare le potenze del Nemico e redimere il genere umano. Per la santa Passione dello stesso tuo Unigenito e per l’intercessione del tuo Confessore, sant’Antonio, ti preghiamo umilmente di effondere la tua santa benedizione su queste medaglie, che riportano l’invocazione della croce del tuo Figlio contro i nostri nemici. Concedi a quanti terranno devotamente queste medaglie di ricevere la tua grazia e la tua misericordia; invocando la mirabile forza che proviene dalla Croce siano strappati dal potere degli spiriti malvagi. Sconfitte le tentazioni di questo mondo, conducendo una vita pura e santa, possano meritare di presentarsi immacolati al tuo cospetto e vivere insieme a te e agli angeli per l’eternità. Per il nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio, con il quale vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

venerdì 18 luglio 2008

Sam alla festa dei Francescani della GMG

Sam Clear è un ragazzo australiano che si è fatto letteralmente il giro del mondo a piedi (29.000 Km!), per pregare per l'unità dei cristiani e invitare chi incontrava sul suo cammino a fare altrettanto. Un ragazzo davvero eccezionale, che ho avuto occasione di incontrare e ospitare al convento di Sant'Antonio, quando è passato per Padova qualche mese fa. Semplice e determinato. Aveva una tabella di marcia incredibile: dopo aver attraversato Brasile, centr'America, Stati Uniti e Canada ha traghettato in Russia, passando poi per l'Ucraina, la Polonia, la Germania, l'Austria si è incamminato fino a Roma, e poi su per la Francia e la Spagna fino a Santiago di Compostella. Da lì dopo quasi due anni di cammino doveva prendere di corsa un aereo: non poteva perdersi la GMG e la visita del Papa nel suo paese. E poi doveva parlare ai giovani. Sam ce l'ha fatta. Ecco un servizio da Bondi Beach sul festival Francescano a cui è intervenuto


Per conoscere meglio Sam:
http://www.ymt.com.au/walk4one/index_2.php

http://walk4one.blogspot.com/

Ci sono molti video che spediva a casa in questi anni su You tube, basta cercare "Sam Clear"

La giornata del Papa a Sydney

Aggiornamento quotidiano di oggi sulla GMG da Sydney

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giovedì 17 luglio 2008

La storica frase del giorno

Il card. Pell, arcivescovo di Sydney, nel discorso di benvenuto a Benedetto XVI ha solleticato le orecchie dei suoi giovani ascoltatori di origini coloniali britanniche, buttando lì una frase che suona fortissima per gli anglofoni di tutto il mondo che, se non venerano l'antica madrepatria, la vedono comunque come la "cosa più antica" che ci sia.
E invece il buon Pell ha detto:
900 years before there was a king of England there was a Pope in Rome
900 anni prima che ci fosse un Re in Inghilterra, a Roma c'era già un Papa!

Carina non trovate? E di sicuro effetto anche sui giovani ben digiuni di storia della Chiesa: comunica sicurezza, antichità, stabilità. Guardare a Roma, insomma, cari ragazzi, è meglio che guardare a Londra.



Il venerabile card. Newman verrà esumato in vista della sua beatificazione

Batto sul tempo l'omonimo Newman di "Rinascimento Sacro" (al quale va tutta la mia stima e simpatia), nel dare la deliziosa e splendida notizia che circola da oggi nell'Inghilterra cattolica (e anglo-cattolica):

I resti del venerabile John Henry Newman, il più famoso anglicano del XIX sec. convertito al cattolicesimo, verranno esumati dal cimitero di Rednal (West Midlands) dove finora hanno riposato dal 1890 per essere trasferiti nel ben più splendido contesto della chiesa dell'Oratorio di Birmingham.
Non è un caso se Tony Blair, il più famoso convertito anglicano del XXI secolo (finora), in udienza recentemente dal papa ha voluto donare a Benedetto XVI un ritratto del venerabile cardinale.
Si vocifera negli ambienti clericali d'oltremanica che la beatificazione di Newman potrebbe essere addirittura imminente: a dicembre. E qualcun'altro, maliziosamente, insinua che questa attribuzione di santità (per nulla inaspettata, comunque, come alcuni male informati sospettano) sarebbe una specie di messaggio per gli anglicani indecisi se passare o no il Tevere. Una "fune" newmaniana lanciata dal Vaticano a chi sembra inghiottito dalle onde della burrasca anglicana e desidera salire finalmente a bordo della barca di Pietro.

La storia in inglese: http://www.catholic.org/international/international_story.php?id=28612

Per chi si chieda (a suo disonore) chi sia questo card. Newman rimandiamo a:
http://www.oratoriosanfilippo.org/newman.html
e, chi sa l'inglese, a tutti i suoi lavori:
http://www.newmanreader.org/

Aggiornamento sulla GMG: il primo intervento del Papa al porto di Sydney

Un aggiornamento (di cui ringraziamo il solerte fr. Z.) sullo svolgimento della GMG. Il papa a Barangaroo ha tenuto il suo primo discorso. Il servizio qui riportato ne dà una sintesi.

10.000 giovani francescani sulla spiaggia di Sydney

Fra Stan FortunaIeri pomeriggio (orario australiano) 10 mila ragazzi e ragazze della Gioventù francescana - associzione giovanile collaterale all'Ordine Francescano Secolare - si sono dati appuntamento sulla famosa Bondi Beach di Sydney per stare insieme, in letizia e amicizia.

A due passi dalla villa di Nicole Kidman, dunque, in mezzo a questa folla di giovani multicolore, si è esibito frate Stan Fortuna (foto a lato), un rapper dei Francescani Renewal, originario del Bronx a New York, che ha già inciso oltre 15 dischi ottenendo un buon successo. I giovani della Gmg lo hanno accolto con calore e entusiasmo, sorprendendo i non pochi surfisti che ogni giorno e con qualunque tempo affrontano le onde della spiaggia più famosa d'Australia.

Potenza di internet! I ragazzi francescani hanno già riempito il TUBO (youtube) dei loro video girati col telefonino: eventi di appena 6-7 ore fa sono in linea! E' davvero la prima GMG multimediale globale:






Vi traduco accorciandolo il pezzo di oggi di David Brooks sul giornale australiano News.com.au

Tonache al posto dei costumi da bagno a Bondi Beach

Pellegrini cattolici sfidano le acque gelide e frati francescani, vestiti del loro semplice saio marrone, diventano star da concerto rock, mentre folle di devoti si raccolgono sulla più famosa delle spiagge di Sydney: Bondi Beach

Oltre 215 mila le persone, per la maggior parte giovani cattolici, che hanno raggiunto Papa Benedetto XVI a Sydney questa settimana per la Giornata Mondiale della Gioventù, e la città si sta abituando all’inatteso.

E questo era evidente a Bondi Beach, dove dozzine di gruppi di pellegrini hanno piantato le loro bandire nella sabbia dorata di una spiaggia più famosa per l’edonismo e la tintarella estiva in topless che per i festival cristiani invernali.

Un gruppo di pellegrini dall’Emirato del Qatar ha passato la maggior parte del suo tempo a spiegare che paese rappresentasse la loro bandiera. Eppure i giovani provenienti da questo stato Musulmano, per la maggior parte lavoratori filippini immigrati, dicevano di essere orgogliosi di rappresentare il loro paese adottivo. Patrick C. Manahat ha detto: “In Qatar abbiamo la sabbia dello stesso colore, per questo siamo stati attirati dalla spiaggia e siamo scesi qui.

Centinaia di giovani turisti si sono diretti verso le acque gelide, sommandosi alle folle di regolari surfisti locali, vestiti delle loro mute antifreddo.

Kerri Hickey, diciottene americana del New Jersey, voleva poter dire al suo ritorno di aver nuotato in una delle più famose spiagge del mondo.

“L’acqua è pulita ma è freddissima”
Gli abitanti del luogo, avvolti nelle loro giacche e cappelli, guardavano con meraviglia e stupore a questi nuotatori

Intanto nel parco vicino alla spiaggia, i frati francescani tonache marroni e cordoni legati in vita si affrettavano a metter sistemare tutto il necessario al concerto rock da tenersi in serata.

“Non ho mai fatto nulla del genere” ammetteva fra Mario Debattista di Sydney, facendo notare che il lavoro principale dei frati è aiutare i poveri. “Ma c’è Stan che canta”. Si riferiva a Stan Fortuna, un francescano di New York, che diffonde il messaggio cristiano attraverso il rap e la musica jazz.
Questi francescani, relativamente fuori-del-mondo, non sono però totalmente ignoranti del potere del “merchandising”: la vendita dei gadget. Sono in vendita delle magliette con scritta “Sono stato alla GMG australiana” e sul retro si legge “e ho passato proprio un buon tempo francescano”.

Video di Stan Fortuna su You Tube:
http://youtube.com/watch?v=kgZbP8nddhU

Il video di invito dei frati australiano per il festival francescano:


Sussidi per seguire la GMG

Per seguire in diretta le varie celebrazioni della Giornata mondiale della gioventù, potete usare internet: il Centro Televisivo Vaticano trasmette in diretta sul web.
L'indirizzo è
http://www.vatican.va/news_services/television/index-plugin_it.htm
Poi scegliete la velocità della vostra connessione.

Il libretto ufficiale delle liturgie papali, come vi avevo già scritto si trova qui
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2008/messale_Australia.pdf

Per gli italiani è stato fatto un libretto speciale per le celebrazioni anche senza la presenza del papa. Il pdf è qui:
http://php.agoradeigiovani.it/GMG2008/liturgiaweb.pdf

mercoledì 16 luglio 2008

La GMG entra nel vivo. La prima messa del Card. Pell

Il card. di Sydney ha inaugurato ieri la Giornata Mondiale della Gioventù. Ecco un servizio del Centro Televisivo Vaticano sull'evento australiano.

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martedì 15 luglio 2008

L'IPOD secondo Benedetto XVI

Anche il Papa, come tutti i giovani della GMG, ascolta musica. Poi, certo, ha i suoi gusti un po' "tradizionali", va bene. E avendo lasciato a casa l'Ipod, che non ci stava in valigia, si è fatto regalare un concertino dal vivo. Che rilassante!

La prossima GMG? A MADRID!

Al padre Federico Lombardi, compito gesuita dall'aria austera, è sfuggita un'anteprima - probabilmente voluta: gli spagnoli, alla prossima GMG, non dovranno fare molta strada.
E' una quasi-conferma che il luogo prescelto per la Giornata Mondiale della Gioventù post-Sydney sarà MADRID. Lo si vociferava negli ambienti chiacchieroni ecclesiali, ma adesso la cosa si fa più sostanziosa. Una bella botta a Zapatero e compagni che vogliono scristianizzare la penisola Iberica. Non resta che aspettare la conferma di Sua Santità alla messa finale di Australia 2008.

http://www.zenit.org/rssitalian-14983

lunedì 14 luglio 2008

Il gatto del papa in Australia!

Secondo il sito di notizie australiano News.com.au per non far sentire nostalgia al Papa, in questi giorni di ritiro pre-GMG, i suoi ospiti dell'Opus Dei della tenuta di Kenthurst gli hanno anche fornito un gatto. Una gatta, per essere precisi, di colore grigio e di nome Bella. Dicono che in Australia, come in Vaticano, tutti conoscono "il leggendario amore" (?!?) di Papa Benedetto per i gatti. Come conoscono il suo amore per la musica classica. Così oltre al gatto, è stato fornito al Papa anche un pianoforte a mezza coda, suonando il quale può rilassarsi tra una correzione e un ripasso dei discorsi che dovrà tenere i prossimi giorni.
Chissa comunque come ci rimarrà male Chico (non KIKO), intendo il "leggendario" gatto del papa, che l'anno scorso ne ha miagolato addirittura una biografia per bambini!
Cliccate qui, se non ricordate: http://www.edizionimessaggero.it/ita/catalogo/scheda.asp?ISBN=978-88-250-1882-0

Or, if you prefer reading books in English: http://www.amazon.com/Joseph-Chico-Life-Pope-Benedict/dp/1586172522%3FSubscriptionId%3D1C28WDHMED4D8Q76F7G2&tag%3Dbizbytez01&linkCode%3Dxm2&camp%3D2025&creative%3D165953&creativeASIN%3D1586172522

Il Papa in Australia

Aggiornamento dell'ultim'ora con video su sito della Radio Vaticana
cliccate qui


E qualche foto


Sempre più alte le quotazioni di Cañizares

Cañizares Llovera alla guida della congregazione del culto divino per novembre 2008, giusto per dare il tempo al buon Arinze di festeggiare il 50° di sacerdozio ancora "in sella". Sono le conferme di Paolo Rodari, vaticanista, alle voci già da tempo circolanti sul "piccolo Ratzinger" di Spagna. Rodari scrive che il Cardinale primate di Spagna: "E' conosciuto dal Papa come uomo che sa governare. E Benedetto XVI sa quanto la curia romana abbia bisogno di figure siffatte. Non un professore esperto di liturgia, dunque, quanto un uomo di governo fedele al Papa e capace di prendere quelle decisioni, magari scomode, che il corretto governo del culto divino spesso richiede".

La curia romana prende sempre più il volto del Papa alla quale deve servire come "braccia e gambe". Il Signore assista i piani del Papa (soprattutto per la liturgia!).

domenica 13 luglio 2008

Dalla bocca dei bimbi e dei lattanti! III

Vi ricordate il piccolino che cantava il tantum ergo? (http://antoniodipadova.blogspot.com/2008/05/dalla-bocca-dei-bimbi-e-dei-lattanti.html)
Adesso è cresciuto di qualche mesetto, e inizia a imparare già a leggere. Guardatevi questo video: il cucciolo americano sillaba la Salve regina. E poi ci stupisce con una nuova edizione del suo canto preferito....davvero è molto migliorato. Il latino fa crescere più intelligenti.

sabato 12 luglio 2008

Post in rilievo di questi ultimi giorni

Per la serie: studi teologici-musicali:
Quali erano le intenzioni del Vaticano II riguardo la musica?

Non solo anglicani, anche gli ortodossi romeni hanno i loro problemi ecumenici:
L'ecumenismo è piccolo, non deve correre, altrimenti cade.

Attualità ecclesiale: parte la GMG 2008, ecco tutte le liturgie impaginate:
Il libretto delle liturgie papali alla GMG è online

Per la serie: risorse per il canto gregoriano due post:
Salve Regina solenne
La festa di Maria a Luglio: la Madonna del Carmelo

Quali erano le intenzioni del Vaticano II riguardo la musica?

Ho tradotto questo articolo di Jeffrey Tucker, pubblicato su NLM. Mi pare una interessante e ben argomentata disamina sulla musica liturgica. Leggetelo con un occhio al cap. VI di Sacrosanctum Concilium.
L'articolo originale lo trovate qui: http://thenewliturgicalmovement.blogspot.com/2008/07/what-were-musical-intentions-of-vatican.html
Una delle più impressionanti differenze esterne tra l'antica e la nuova forma del rito romano riguarda la musica. Un cattolico qualsiasi che fosse rimasto a dormire in letargo, diciamo, dal 1960 al 1980 si sarebbe svegliato in un mondo completamente diverso, un mondo che sembrava dare il benvenuto allo stile pop nella Messa e bandiva invece il canto gregoriano. E' ancora più scioccante considerare che il Concilio Vaticano II fece le più esplicite e canonicamente vincolanti affermazioni, in tutta la storia del cristianesimo, di riconoscimento che il canto gregoriano è la musica del rito romano.

Nel tentativo di venire a patti con quello che è successo, vi sono tre teorie generali circa le vere intenzioni musicali del Concilio Vaticano II, una delle quali sta guadagnando nuova credibilità a partire da un recente libro di Anthony Ruff, Sacred Music and Liturgical Reform: Treasures and Transformations (Liturgy Training Publications, 2007).

La prima posizione si può descrivere come progressista, vale a dire che la Costituzione sulla Sacra Liturgia aveva l'intenzione di scatenare una furiosa riforma del rito romano in cui il volgare ha fatto un colpo di stato, il gregoriano è stato bandito perché è noioso e in latino, e i laici si sono ripresi il potere dalla classe clericale. In questa visione si riconosce vero che tutto questo non era presente nella lettera della legge, ma faceva parte della "spirito" della riforma. Il Messale del 1970 faceva anch'esso parte dello spirito, ma non ne rappresentava il compimento. Ciò di cui avevamo bisogno, in questa prospettiva, erano liturgisti creativi che prendessero sempre più libertà per rendere la Messa comunitaria e accessibile, in contatto con il mondo moderno. Di conseguenza ecco le chitarre, le danze liturgiche, i burattini, le improvvisazioni dei testi.

Dal lato opposto in questo dibattito ci sono quelli che potremmo chiamare i tradizionalisti, che stranamente hanno il sospetto che i progressisti in realtà, in molte cose, abbiano ragione. The Constitution contained ticking time bombs which people at the Council put into the document so that they might explode the Roman Rite later. La Costituzione Sacrosanctum Concilium conteneva una bomba a orologeria che gli esperti del Concilio avevno messo nel documento in modo che, in un secondo tempo, potessero far esplodere il rito romano. Il documento conterrebbe infatti abbastanza scappatoie e cortocircuiti per scatenare uno smantellamento della tradizione. Le parole che vi si usano circa il canto gregoriano sono superficiali e appositamente adattate. Benchè il linguaggio nella Costituzione appaia amichevole verso la tradizione è in realtà solo tattica. Ciò che era segretamente progettato era la furiosa riforma che effettivamente ha avuto luogo.

Il punto su cui queste due posizioni concordano è che la maniera di celebrare la liturgia nella forma ordinaria rappresenta, in qualche modo, un compimento delle intenzioni del Concilio. Sono in disaccordo invece sulla questione se ciò sia una cosa buona o meno. I progressisti la amano, mentre i tradizionalisti dicono che è una vergogna e l'unica soluzione è il pieno ripristino del Messale del 1962, l'ultimo Messale comparso prima che la Costituzione del 1963 scatenasse lo "spirito del Concilio Vaticano II" che ha finito per sfasciare il rito romano come esso era sempre stato conosciuto. Una terza posizione ha occupato un'opinione minoritaria nel corso degli anni, ma attualmente sta acquistando rilievo alla luce della richiesta di una maggiore continuità tra antico e nuovo. Per comodità possiamo chiamarla visione conservatrice. (Si prega di non rimanere impigliati nella terminologia, questi termini sono solo dei segnaposto per indicare tendenze generali del pensiero). Questa terza posizione ritiene che, quando la Costituzione ha parlato in lode del canto gregoriano e della polifonia, parlava in maniera veritiera e con chiarezza, nell'intenzione di dare a queste forme musicali una maggiore presenza nella liturgia. Inoltre, se il Messale 1970 ha i suoi problemi e le sue questioni, se è usato secondo le prescrizioni dei libri liturgici e se si seguono i dettami del Concilio Vaticano II , quello alla fine si ottiene è qualcosa di assai correlato organicamente alla tradizione. C'è il latino per il canto dell'ordinario e del proprio. C'è una Messa in linea con la solennità del passato, sia in latino che in lingua volgare. Era questa la vera intenzione del Concilio, secondo questo terzo punto di vista. Questa terza posizione trova ancor più forza a partire dalla innegabile realtà che i musicisti ecclesiali che all'epoca seguivano il Concilio Vaticano II erano euforici circa le prospettive per il futuro. Per la prima volta, un documento conciliare affermava con grande chiarezza che la musica del rito romano è il canto gregoriano, alla polifonia spettava un alto riconoscimento, e altri tipi di musica erano consentiti (con il pensiero che andava qui a nuove composizioni, opere per organo, inni solenni e finali e cose simili). Molte di questi musicisti -qui il pensiero va allo studioso tedesco Johannes Overath, ai sacerdoti americani Richard Schuler e Robert Skeris, al musicista spagnolo e direttore del Pontificio Istituto di Musica Sacra Higini Anglés - lasciarono i lavori conciliari con grande ottimismo per il fatto che il loro lavoro di decenni di insegnamento e promozione del canto gregoriano avrebbero finalmente raggiunto il loro compimento. Questo è ciò che riportano nelle loro memorie e discorsi successivi al Concilio. Ora, queste persone intelligenti erano presenti e ben a conoscenza di tutti i dibattiti e dettagli discussi nel corso del Concilio. Se il Concilio avesse davvero voluto una rivoluzione liturgica all'ingrosso, perché mai costoro potevano essere tanto ottimisti? Essi dovevano per forza essere al corrente di quello che andava davvero succendendo. Sono sempre stato colpito da questo fatto e volevo saperne di più.Sembra incongruente rispetto alla realtà che tutti noi conosciamo oggi, i dati osservabili della quale paiono dare maggiore sostegno alla prospettiva progressita/tradizionalista rispetto alla prospettiva conservatrice. Ma qui enta in scena il libro di padre Ruff. Egli relaziona sugli accadimenti nel modo seguente. Papa Giovanni XXIII annunciò il Concilio il 17 maggio 1959 con l'obiettivo di rafforzare la fede cattolica, rinnovare la morale cristiana, aggiornare la vita della chiesa alle esigenze dei tempi moderni. La Commissione Preparatoria sulla liturgia aveva 13 sottocommissioni. Quella sulla musica sacra era capeggiata da nientemeno che il grande Higini Anglés. La sua sottocommissione elaborò una bozza che è stato poi sottoposta a ben nove redazioni e fu approvata dal Papa. Quel documento diceva: "La tradizione musicale della Chiesa universale è un tesoro di inestimabile valore, maggiore addirittura di quello offerto da qualsiasi altra arte"; e ancora "la musica sacra è da valutarsi tanto più sacra, quanto sia più strettamente collegata con l'azione liturgica". Padre Ruff commenta: "La fonte dell'affermazione sul tesoro [della musica sacra]… si trova nelle considerazioni di Anglés…. Egli può giustamente essere chiamato un avversario del [tardo] Movimento Liturgico. Nella proposta che egli presentò a nome del Pontificio Istituto durante la prima fase di consultazioni per il Concilio, si afferma che "l'opera liturgica e musica del Concilio di Trento avrebbe dovuto rimanere il modello e l'esempio per l'imminente Concilio; si diceva anche che non avrebbero dovuto essere stabiliti nuovi principi o pianificati nuovi decreti, ma piuttosto bisognava dare attuazione ai principi e ai documenti già esistenti… " (pag. 329).

Ciò che a suo avviso era necessario per porre fine al malessere nella musica - lui ei suoi colleghi non erano contenti dello stato della musica sacra dell'epoca - era il rispetto della legislazione vigente in contrasto con il predominio dei canti in ligua volgare e la persistente mancanza di attenzione verso l'eccellenza dell'esecuzione. Ciò vale anche per quanto concerne tutto il discorso sulla partecipazione del popolo. Questa non era per nulla qualcosa di nuovo al Concilio. Si trattava anzi di una ri-affermazione di dichiarazioni esistenti. L'idea qui è che i popolo deve cantare e ascoltare la musica che è veramente parte della struttura della Messa, non solo appiccicata in modo posticcio come un accompagnamento. La cosa notevole è che i piani abbozzati da Anglés sono andati rafforzandosi nel corso del tempo e furono proprio questi che alla fine furono adottati. Il suo primo progetto non diceva nulla sul fatto che la tradizione musicale della chiesa costituisse "un tesoro". La dizione "valore inestimabile " è stata introdotto nella seconda bozza. La quinta bozza incluse le parole "inestimabile tesoro". Alla fine si scrisse: "un tesoro di inestimabile valore" (SC 112). La Costituzione dice anche: "Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano con impegno le «scholae cantorum» …" (SC 114). Questo è proprio il linguaggio delle bozze preparatorie di Anglés.

Sulla questione delle nuove composizioni, un membro della sottocommissione, il sacerdote australiano Percy Jones, incluse una dichiarazione secondo cui i compositori avrebbero dovuto comporre musica ad uso delle parrocchie. Ma pensatori di livello appartenenti alla sottocommissione trovarono questa affermazione vaga e inappropriata. Johannes Overath intervenne in proposito per indicare un collegamento tra il tesoro della musica sacra e le nuove composizioni. La forma finale che troviamo in SC riflette le preoccupazioni dell'Overath: "I musicisti animati da spirito cristiano comprendano di essere chiamati a (che è loro vocazione) coltivare la musica sacra e ad accrescere il suo patrimonio. Compongano melodie che abbiano le caratteristiche della vera musica sacra… I testi destinati al canto sacro siano conformi alla dottrina cattolica, anzi siano presi di preferenza dalla sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche" (SC 121).
La sottocommissione per la partecipazione attiva aveva chiesto un'aperta dichiarazione che avrebbe minato l'esecuzione, già sotto assedio, del Sanctus in polifonia. Ma questa richiesta fu lasciata cadere. Ruff commenta: "il significato di ciò è che la Commissione incaricata di elaborare la costituzione sulla liturgia coscientemente respinse la posizione secondo cui tutto il popolo radunato deve sempre cantare il Sanctus" (p. 321). (Questa affermazione è davvero degna di una seconda letta). In aggiunta, la Costituzione loda l'organo, dà il primo posto al canto gregoriano, e chiede che si promuova il gregoriano da parte delle "scholae cantorum". Queste furono tutte grandi vittorie di Anglés e Overath, e, da quanto si può inferire, sconfitte per Annibale Bugnini, che chiama la musica sacra la "croce della Commissione Preparatoria". Anglés, Overath e i loro colleghi lavorarono duramente per molti anni al fine di assicurarsi questo risultato. Cercarono di limitare tutte le concessioni a coloro che sognavano di rovesciare la grande tradizione della Chiesa, e in gran parte vi riuscirono. Secondo il resoconto di p. Ruff c'è è stato veramente una solo scacco del gruppo dei musicisti. Riguarda la frase che affermava che la liturgia è più nobile quando è cantata in latino. Il riferimento al latino è stato tragicamente eliminato (cf. SC 113). E se è vero che questa è stata una significativa sconfitta per Overath e Anglés, le vittorie sono state comunque maggiori e le legioni degli avversari della musica sacra hanno perso molto più di quanto hanno conquistato.
Ora, leggendo quanto detto finora, è impossibile non notare la differenza impressionante tra ciò che la riforma finì per diventare e ciò che è stato effettivamente legiferato in sede di Concilio. La posizione che sostiene che la volontà del Concilio fu tradita dall'andamento delle tendenze successive provenienti sia dall'interno che dall'esterno (della Chiesa) assume maggior peso, soprattutto alla luce del dettagliato racconto storico. Ciò che ci si attendeva era che il canto gregoriano sarebbe stato incrementato come musica strettamente legata al rito e che le canzoni in lingua volgare sarebbero scemate. Possiamo vedere, dunque, come accadde che i musicisti furono presi alla sprovvista dagli eventi. Essi erano convinti di aver conquistato una vittoria. Ma questa vittoria risultò in un amaro disastro solo pochi anni più tardi. Rimane in eredità all'attuale generazione vedere e far sì che la loro originale visione di una rinascita musicale coerente con la tradizione sia raggiunto - per usare le parole di Richard Schuler, in modo che si possa sperimentare la vera Messa del Concilio Vaticano II.

L'ecumenismo è piccolo, non deve correre, altrimenti cade.

Il sinodo ortodosso romeno sistema con lungimiranza due casi di "corse ecumeniche in avanti".

Il Patriarca Daniel della Chiesa Ortodossa Romena all'apertura dei lavori del Santo Sinodo, svoltosi a Bucarest l'8 e 9 luglio scorsi ha dichiarato: "Il movimento ecumenico, cioè di ricostruzione dell'unità visibile dei cristiani nel mondo intero, accolto con entusiasmo ai suoi inizi, oggi è indebolito e spesso contestato a causa di alcune sue debolezze e fallimenti".
Si riferiva al dibattito infuocato suscitato dal "comportamento liturgico" non conforme ai canoni della Chiesa ortodossa di due membri del clero ortodosso in relazione alla chiesa greco-cattolica di Romania, per i quali molti preti, vescovi e associazioni ortodosse romene chiedevano la deposizione come "eretici". E invece sono stati perdonati dal Santo Sinodo, dopo aver chiesto regolarmente il perdono, senza altre conseguenze. Il risultato di questo processo canonico è davvero stupefacente nella sua mitezza, soprattutto nel caso del secondo vescovo, di cui andiamo a parlare.

Due gesti di "cosiddetta intercomunione". Nella vigilia della festa dell'Epifania di quest'anno, il vescovo ortodosso Sofronie Drincec di Oradea e il vescovo greco-cattolico Virgil Bercea di Oradea (nostro graditissimo ospite più volte alla Basilica del Santo) avevano celebrato insieme la cerimonia di benedizione dell'acqua, cosa che, a sentire il vescovo Virgil è stata fatta pianificazione accorta e con grande soddisfazione del popolo di entrambe le confessioni. Riporto qui sotto un video di quella manifestazione:



Qualche mese più tardi però, il 25 maggio, il metropolita ortodosso Nicolae Corneanu di Banat - molto conosciuto in Europa per il suo impegno ecumenico - si è avvicinato al sacramento dell'Eucaristia durante una messa greco-cattolica. E questo, effettivamente, è un po' troppo ardire, sia da un punto di vista cattolico, figuriamoci ortodosso! I gesti dei due gerarchi ortodossi hanno comunque ambedue sollevato una forte polemica nel mondo ortodosso, sono stati descritti dal Patriarca Daniel come gesti di "cosiddetta intercomunione" che, anche se compiuti "in un contesto di fraternità cristiana", "diminuiscono le differenze dogmatiche tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica e indeboliscono l'unità di fede quale fondamento della ricostruzione della comunione tra le due Chiese". "La Santa Eucaristia non è un mezzo o una tappa verso l'unità cristiana ecclesiale - ha spiegato il patriarca - , bensì la manifestazione più intensa dell'unità della Chiesa, il suo coronamento".

Il Santo Sinodo quindi: "ha disapprovato i gesti non canonici dei due gerarchi e ha accolto il loro ripensamento e pentimento come primo segno della loro correzione". Inoltre, il Santo Sinodo ha deciso che non è permesso a nessun ortodosso fare la comunione in un'altra Chiesa cristiana e che nessun chierico ortodosso può celebrare sacramenti e benedizioni con ministri di altri culti. Dopodichè comunque, il Santo Sinodo da deciso di "perdonare" i due vescovi che si erano spinti troppo nel porre gesti di comunione che non sono ancora espressione di una realtà ritrovata a livello ecclesiale.

La chiesa cattolica si è espressa tramite don Francisc Dobos, portavoce dell'arcidiocesi cattolica di Bucarest, che ha affermato: "Consideriamo giusto che ogni Chiesa risolva i suoi problemi secondo i propri canoni e regolamenti. Nutriamo la convinzione che il dialogo tra le due Chiese progredisca nella direzione della comunione dallo stesso calice".

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Commento: Posto che i due gesti sono molto diversi, dal nostro punto di vista Occidentale, cioè la comunione eucaristica e la semplice benedizione dell'acqua, dobbiamo però pensare che in Oriente la benedizione delle acque della "Dodicesima notte", in occasione dell'Epifania, è qualcosa di più di un semplice sacramentale ed è vissuto come un gesto di un'importanza poco riducibile. Fatto sta che questo ci mostra quanto coraggio abbia avuto il Patriarca di Costantinopoli a presiedere la liturgia della Parola con il Papa di Roma nella festa dei SS. Pietro e Paolo, dando poi insieme a lui la benedezione. Da una parte sono gesti che fanno accendere la carità, ma spesso anche la perplessità di chi li può ritenere appunto semplici gesti che non sono portatori del loro pieno significato comunionale.
Per questo, ribadiamo anche dal punto di vista latino-cattolico, è sempre vietata la concelebrazione con gli ortodossi e il ricevere o dare reciprocamente l'eucaristia, se non per una grave necessità di fratelli laici dell'una o dell'altra chiesa o pericolo di morte senza sacramenti: è allora evidente che non siamo in presenza di gesti ecumenici premeditati, ma di necessità delle anime, verso cui ogni vero sacerdote di Cristo deve sentirsi obbligato, a qualunque chiesa particolare appartenga. La decisione attuale del Sinodo Romeno ci deve fare anche ripensare la nostra facile distribuzione dell'eucaristia a buoni cristiani ortodossi romeni (come badanti e operai) che frequentano le nostre chiese. Adesso, per amore di verità e di lealtà verso la loro chiesa d'origine dovremmo avvertirli che da parte dei loro Vescovi è considerato gravemente illecito e non-ortodosso ricevere da noi la SS. Eucaristia, un atto che comporta la perdita di comunione con la loro chiesa.
L'astenerci reciproco da gesti che fanno credere ad una unione di fede e di istituzione che ancora non c'è, ci farà sentire ancora di più il desiderio della vera e totale unione. E' un po' insomma come i rapporti prematrimoniali dei fidanzati: non è che non "facciano piacere", ma sono prematuri e non ancora leciti....

venerdì 11 luglio 2008

Il libretto delle liturgie papali alla GMG è online

L'intero testo, in formato pdf, del libretto che Papa Benedetto XVI utilizzerà per le liturgie durante il viaggio in Australia e la Giornata mondiale della Gioventù è online e scaricabile dal sito del Vaticano. Ecco l'indirizzo completo.
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/libretti/2008/messale_Australia.pdf

E' un bel libro di 194 pagine, con le quali si potrà anche seguire con più comodità le dirette delle celebrazioni dei prossimi giorni.
Lo stile "benedettiano" è all'opera anche nelle liturgie con i giovani: padre nostro in latino (e anche qualche altra parte), canone Romano (in inglese) come preghiera eucaristica, parti del celebrante in canto (anche in inglese), un momento di adorazione inserito nella veglia di preghiera. Inoltre il papa presiederà la consacrazione dell'altare della cattedrale di Sydney e conferirà la cresima ad alcuni giovani nella messa finale.

Ecco il calendario completo dele dirette televisive della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù e del Viaggio Apostolico di Benedetto XVI a Sydney. Sat2000, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, offrirà una copertura massiccia all'evento, con gli speciali del programma Mosaico (la programmazione completa su http://www.mosaico.sat2000.it/gmg.html).

Essendo gli appuntamenti numerosi, e sovrapponendosi alcuni tra loro, non si con precisione quali questo canale "sacrificherà" e quali invece trasmetterà in diretta; stessa cosa per l'emittente Telepace, l'altro canale che trasmette le immagini del CTV. Ancora non si conoscono gli eventi della GMG che Rai Uno, in collaborazione con A Sua Immagine, trasmetterà, ma appena possibile verranno qui segnalati. In azzurro sono segnalati gli appuntamenti del viaggio del Papa che potranno non essere trasmessi.

Martedì 15 luglio ore 8.15 Santa Messa di aperturaore 1.30 Catechesi e Santa Messa

Mercoledì 16 luglio
ore 8.00 Viva Agorà - La festa degli Italyani (replica ore 16.00)
ore 11.00 Diretta con riproposizione della catechesi e dialogo interattivoore 1.00 Cerimonia di benvenuto del Papa nella Government House ore 1.30 Catechesi e Santa Messa
ore 1.45 Visita di preghiera del Papa al Mary MacKillop Memorial Chapel
ore 2.05 Visita di cortesia del Papa al Governatore Generale

Giovedì 17 luglio
ore 6.15 Festa di accoglienza dei giovani per il Papa (replica ore 16.00)
ore 11.00 Diretta con riproposizione della catechesi e dialogo interattivo
ore 1.30 Catechesi e Santa Messaore 2.30 Incontro ecumenico del Papa
ore 3.30 Incontro del Papa con i rappresentanti di altre religioniVenerdì 18 luglio
ore 7.00 Via Crucis (replica ore 16.oo)
ore 10.45 Incontro del Papa con un gruppo di giovani disadattati
ore 11.00 Diretta con riproposizione della catechesi e dialogo interattivo
ore 0.30 Santa Messa presieduta dal Papa con i Vescovi australiani, i seminaristi, i novizi e le novizie e Consacrazione del nuovo altare della St. Mary’s CathedralSabato 19 luglio
ore 9.55 Veglia dei giovani con il Papa (replica ore 21.00)
ore 1.00 Santa Messa per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù presieduta dal Papa e recita dell'Angelus

Domenica 20 luglio ore 0.50 Saluto del Papa ai volontari della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù
ore 1.30 Cerimonia di congedo del Papa all'aeroporto internazionale di Sydney

Altre notizie per seguire da casa la XXIII GMG che va in onda dall'Australia, le potete trovare sul sito ufficiale italiano della manifestazione:
http://www.gmg2008.it/gmg2008/s2magazine/index1.jsp?idPagina=121

giovedì 10 luglio 2008

Salve Regina solenne

Uno dei capolavori assoluti del canto gregoriano: l'antifona Salve Regina in tono solenne.
Qui cantata dai monaci di Solesmes. Un altro pezzo da mettere in repertorio e da ripassare spesso e volentieri, a lode della Madre di Dio.


Ed ecco qui la partitura per i vostri esercizi e prove:

La festa di Maria a Luglio: la Madonna del Carmelo

La metà di luglio (il 16) ci porta in dono una festa mariana popolare: la Madonna del Monte Carmelo, devozione diffusa dall'ordine Carmelitano e accolta con fervore dal popolo cristiano.

Maria è la nuvoletta che il profeta Elia vede sorgere dopo tanta siccità: è lei che ci porta la pioggia rinfrescante e l'acqua di vita, Gesù che scende dal Cielo per la nostra salvezza. Nel bel mezzo del caldo estivo è una memoria gradita e che si fa sentire, a livello simbolico, nel corpo oltre che nello spirito.

Per prepararci per bene a celebrare la festa della Madonna del Carmelo (o del Carmine, come dicono in alcuni luoghi) vi propongo:

* I testi della messa in Italiano e Latino (Paolo VI) offertici da Maranatha.it

* I testi dell'ufficio dei primi vespri della solennità della Madonna del Carmelo.

Come canto da riproporre per questa e altre feste mariane, mi sembra utile imparare o rispolverare l'introito del comune della Beata Vergine Maria, lo splendido (e semplice) canto Salve Sancta parens. Ve lo linko in una versione cantata da un gruppo olandese niente male:

E qui di seguito la partitura gregoriana per cantarlo e provarlo (cliccare per ingrandire).

mercoledì 9 luglio 2008

E l'eutanasia arrivò in Italia: condannata a morire di fame e sete Eluana Englaro

I giudici hanno deciso. Con una circonlocuzione dichiarano ammissibile "sospendere l'alimentazione e l'idratazione" artificiale di Eluana Englaro, ragazza che da 16 anni vive in stato vegetativo permanente.
Viene condannata, diciamolo chiaro, a morire di FAME E DI SETE, per affermare il diritto all'eutanasia. Altro che eutanasia, questa è una morte lenta e feroce, come affermano fior fior di dottori, per es. il famoso Bruno Dallapiccola:
La sentenza della Corte d'Appello civile? E' di un livello di crudelta' inaudito, il peggiore della specie animale, meglio sarebbe stata una siringa o la sedia elettrica. E' la secca risposta del genetista Bruno Dallapiccola alla sentenza con cui e' stata autorizzato lo stop all'alimentazione forzata per Eluana Englaro in coma dal 1992 dopo un incidente stradale. "Vorrei ricordare la morte atroce che subi' Therry Schiavo dopo la sospensione dell'alimentazione - avverte Dallapiccola che e' anche presidente di 'Scienza e Vita' - non e' che sospesa l'alimentazione e l'idratazione arriva la morte immediata: per questo la sentenza e' di un livello inaudito di crudelta'". Poi aggiunge "il peggiore della specie animale: sarebbe stato piu' civile l'impiego - conclude Dallapiccola - di una siringa oppure della sedia elettrica piuttosto che una morte lenta e queste cose le dico da medico".

Altri commenti a caldo:
E' critico sulla decisione dei giudici sul caso Englaro il centro di bioetica dell'universita' Cattolica di Roma diretto dal professor Adriano Pessina. 'L'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione comporteranno una lenta agonia di Eluana Englaro, colpevole soltanto di essere ancora viva - si legge in una nota - ci auguriamo che questa decisione non venga attuata e ci appelliamo, ancora una volta, al sig. Beppino Englaro affinche' permetta che Eluana continui a vivere'. 'Si deve constatare - afferma la nota - la gravita' di una simile decisione, che di fatto scardina il principio della non disponibilita' della vita umana e del dovere, proprio di ogni societa' civile, di non legittimare forme di abbandono terapeutico e assistenziale nei confronti dei propri cittadini, che non sono in grado di provvedere a loro stessi. Di fatto viene attribuito a un tutore un vero e proprio potere di vita e di morte nei confronti della persona che gli e' affidata, stravolgendo lo stesso significato della tutela. Questa decisione, inoltre, introduce un serio e grave problema deontologico nella medicina: sospendere trattamenti ordinari come quelli somministrati a un paziente in stato vegetativo a motivo di una decisione che non ha fondamento clinico, significa di fatto scardinare il dovere fondamentale del prendersi cura dei pazienti che non sono in grado di intendere e volere'.

"Non ho mai ritenuto che l'idratazione a le nutrizione potessero configurare una condizione di accanimento terapeutico nei malati in coma vegetativo". Cosi' Enzo Saraceni, presidente dell'Associazione italiana dei medici cattolici (Amci). "Mi sembra pertanto- sottolinea- che la decisione della Corte d'appello di Milano, di cui pure bisognera' leggere con attenzione la motivazione, vada oltre ogni orientamento giustamente favorevole all' autodeterminazione del paziente e dei suoi familiari nelle condizioni irreversibili di fine vita e introduca un precedente pericoloso a favore della pratica dell'eutanasia".

E mentre i Radicali esultano per una battaglia vinta, si spera ancora nella Cassazione, perchè se passa questo provvedimento, diventerà un precedente per staccare non la spina di un respiratore, ma il mangiare e il bere, a qualunque malato non possa nutrirsi da solo e per il quale non ci siano prospettive di guarigione.

Capisco il dolore estremo di un padre nel vedere la figlia in quello stato. Ma che dei giudici dicano che dare acqua e cibo a chi non riesce a procurarseli da solo sia ACCANIMENTO TERAPEUTICO, questo è proprio aberrante.

Notizia intera e commenti:
http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=226210

This sad story in English by Reuters:

Nomine attese...Tanti auguri a Luis Ladaria!

Come anticipato, ecco puntualmente le nomine attese per oggi. Il buon Papa Benedetto è puntuale come un orologio svizzero! Il Bollettino della sala stampa vaticana riporta:

RINUNCIA DEL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI E NOMINA DEL NUOVO PREFETTO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accolto la rinunzia presentata, per raggiunti limiti d'età, dall'Em.mo Cardinale José Saraiva Martins all'incarico di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico l'Eccellentissimo Monsignore Angelo Amato, Arcivescovo titolare di Sila, finora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.

NOMINA DEL SEGRETARIO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Il Santo Padre ha nominato Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede il Reverendo Padre Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., Professore di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana e Segretario Generale della Commissione Teologica Internazionale, assegnandogli la Sede titolare di Tibica, con dignità di Arcivescovo.

Osservatore Romano sulla questione delle donne vescovo

Il sinodo di York in favore delle donne vescovo
Il cardinale Kasper sulle decisioni della Chiesa d'Inghilterra


di Roberto Sgaramella

Uno strappo alla tradizione apostolica di tutte le Chiese cristiane e un ostacolo all'unità. Così il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, si è espresso in un commento sulla decisione presa a York dal sinodo della Chiesa d'Inghilterra di consentire l'ordinazione di donne vescovo.
Il porporato afferma "di aver appreso con rincrescimento la notizia del voto della Chiesa di Inghilterra che apre la strada alla introduzione della legislazione che conduce all'ordinazione di donne all'episcopato".
Nella nota circa la recente decisione del sinodo di York, il porporato sottolinea che "la posizione cattolica in merito è stata espressa chiaramente da Papa Paolo vi e da Papa Giovanni Paolo ii. Una tale decisione significa uno strappo alla tradizione apostolica mantenuta da tutte le Chiese del primo millennio, ed è perciò un ulteriore ostacolo per la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa di Inghilterra".
Per quanto riguarda le prospettive future del dialogo tra le due Chiese, il cardinale Kasper constata che "questa decisione avrà delle conseguenze per il dialogo, che finora aveva portato buoni frutti".
Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani ricorda nella nota il suo intervento rivolto a tutti i vescovi della Chiesa di Inghilterra, su invito dell'arcivescovo di Canterbury, del 5 giugno 2006.
In quell'occasione il cardinale Kasper aveva posto all'assemblea dei vescovi anglicani il problema del futuro del dialogo ecumenico. Aveva dichiarato, tra l'altro, che "la Chiesa Cattolica non interromperà il dialogo perfino nel caso di una tale decisione", riferendosi alla possibilità di estendere l'ordinazione episcopale anche alle donne. Aveva inoltre aggiunto che "la qualità del dialogo verrà alterata da una tale decisione. Il dialogo ecumenico nel vero senso della parola ha come suo fine il ristabilimento della piana comunione della Chiesa. Questa è stata la presupposizione del nostro dialogo fino a ora. Questa presupposizione realisticamente potrebbe non più continuare conseguentemente alla introduzione della ordinazione delle donne all'incarico episcopale".
Secondo gli esperti di anglicanesimo e delle sue problematiche interne, il dialogo con i cattolici e la Chiesa di Roma incontrerà crescenti difficoltà anche per la evidente mancanza di unità ecclesiale all'interno della stessa Chiesa d'Inghilterra.
A giudizio di questi osservatori, la decisione presa al sinodo di York non è assolutamente inaspettata, poiché la maggioranza dei vescovi della Chiesa d'Inghilterra si era già precedentemente espressa a favore delle ordinazioni di donne-vescovo.
Ciò che invece ha sorpreso durante i tre giorni di dibattito del sinodo di York è stata l'indisponibilità della maggioranza favorevole a queste ordinazione a trovare una soluzione per quanti, in consistente minoranza, nella Chiesa d'Inghilterra non intendono riconoscere l'autorità delle donne-vescovo.

Il voto espresso a York dal sinodo della Chiesa d'Inghilterra - sottolineano ancora gli osservatori - non può avere ancora un valore regolamentare. Si tratta dunque di una decisione utile a determinare solo in seguito come ordinazioni delle donne all'ufficio dell'episcopato possano essere proposte e quale risposta è possibile dare a quanti non accettano il valore di tali ordinazioni.
Secondo questi esperti, potrebbero essere necessari ulteriori due o tre anni prima che una regolamentazione per l'ordinazione delle donne-vescovo possa essere approvata dalle prossime assemblee. Per arrivare alla prima ordinazione effettiva di una donna a vescovo della Chiesa di Inghilterra saranno probabilmente necessari non meno di cinque anni.
Comunque resta il fatto che il voto espresso dai vescovi della Chiesa di Inghilterra riuniti nei giorni precedenti a York ha manifestato una significativa maggioranza di vescovi favorevoli alle ordinazioni episcopali delle donne e invece contrari alla possibilità di prevedere una giurisdizione separata in Inghilterra per quei fedeli che dissentono verso le donne sacerdoti e vescovi.
Tutto questo potrebbe creare profonde crisi di coscienza per quei vescovi, quei pastori e per i fedeli che sono comunque contrari all'ordinazione delle donne.

Non si deve escludere, infatti, che un certo numero di queste persone travagliate da crisi religiose possano trovare la soluzione ai loro problemi spirituali con un'adesione alla Chiesa cattolica o ad altre confessioni cristiane.
Le attuali difficoltà di dialogo tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Inghilterra non devono però mai scoraggiare i cristiani a pregare Dio e ad agire per la piena unità.

(©L'Osservatore Romano - 9 luglio 2008)

Anglo-cattolici in fuga verso Roma in massa?
Personali riflessioni


Da un paio di giorni si rincorrono voci di notizie allarmanti, secondo cui, dopo il voto sulle donne-vescovo, molti preti, laici, e anche due vescovi sono già pronti a chiedere a Roma di essere accolti "corporativamente", cioè non uno alla volta, come singole conversioni, ma parrochie intere.

I due vescovi in questione sono i cosiddetti "flying bishops", Andrew Burnham e Keith Newton i due vescovi della provincia di Canterbury che fino ad ora hanno provveduto alle parrocchie che non accettavano donne-prete.

L'informatissimo Damian Thompson del Telegraph, ci assicura che essi chiederanno un "gesto magnanimo" a Papa Benedetto e alla Gerarchia cattolica inglese per un ritorno di massa degli anglicani tradizionalisti, ormai delusi dalla loro chiesa.

A me personalemente sembra un po' rapida la cosa. Primo perchè fino al 2014 sarà improbabile che verranno di fatto ordinate vescovesse. Secondo perchè i decreti di un Sinodo Generale della chiesa d'Inghilterra, essendo questa "chiesa di stato" devono passare prima per la ratifica del Parlamento (sì, avete capito bene, devono diventare leggi dello stato, con tanto di firma della Regina regnante). Terzo il prossimo Sinodo (che si tiene tra cinque anni) dovrà approvare tutta la legislazione e i provvedimenti (il codice di comportamento per proteggere gli obiettori) che non saranno abbozzati prim del 2009.

Nel frattempo, come altri suggeriscono, gli anglo cattolici da una parte e gli anglo evangelici dall'altra sono pronti a una santa alleanza per una vera e propria crociata contro i liberali, veri padroni dell'anglicanesimo euro-atlantico, ma minoranza in quello afro-asiatico e sudamericano.

Non dimentichiamo che, a parte i drammi della chiesa inglese, tra pochi giorni si apre la decennale Conferenza di Lambeth, cioè l'incontro di tutti i primati e maggiori vescovi della intera comunione anglicana. Invitati sono circa 900, ma già 300 hanno detto che non parteciperanno per protesta. Protestano contro una comunione in cui ormai ogni chiesa va per conto suo, dove c'è chi ordina donne vescovo e chi no, chi vescovi gay conviventi, e chi non ne vuole neanche sentir parlare, dove c'è chi vuole rimanere attaccato alla Bibbia e alla tradizione, e chi invece dice che bisogna essere al passo coi tempi...

Non solo la chiesa in inghilterra è alla frutta, ma tutto l'esperimento della comunione anglicana è in crisi. Una chiesa tenuta insieme dal vincolo linguistico dell'inglese, una chiesa che si è diffusa sulle ali del colonialismo, ma che non resiste alla globalizzazione.

Così se da una parte sarebbe bello che tutti gli anglo cattolici tornassero subito a Roma, sarebbe anche più bello che rimanessero a lottare insieme ai fratelli evangelici, per la salvezza di un ben più gran numero di poveri cristiani, ormai in balia di vescovi che non hanno nessun diritto a questo nome. Attendiamo e vediamo gli sviluppi.

martedì 8 luglio 2008

Via libera alle vescovesse nella chiesa d'Inghilterra

lacrime al sinodo generale per il voto sulle donne vescovoIeri sera il Sinodo Generale della Chiesa anglicana d'Inghilterra ha votato a maggioranza nelle sue tre camere (laici, basso clero, vescovi) la mozione che dà il via libera alla ordinazione episcopale delle donne, senza concedere alcuna struttura ecclesiale di riparo per preti e fedeli che, in coscienza, non sono in grado di accettare il ministero delle donne. Lacrime da parte di molti partecipanti, che non vedono ormai più posto per loro nella Chiesa di Stato inglese, una delle più "elastiche" in materia dogmatica e morale, ma che alla fine si è spezzata.
Un duro colpo all'unità interna della Chiesa d'Inghilterra che sceglie così la linea liberal più spinta, raccomandando solo un "codice volontario" a livello nazionale, per proteggere gli obiettori. Un po' poco, ma ecclesiologicamente parlando, il massimo che ci si poteva realisticamente aspettare.

La Santa Sede in mattinata ha reagito con un comunicato in cui si dichiara:
''Abbiamo appreso con dispiacere la notizia del voto della Chiesa d'Inghilterra che apre la strada all'introduzione della legislazione che portera' all'ordinazione di donne vescovo''. Tale decisione "significa uno strappo alla tradizione apostolica mantenuta da tutte le Chiese del primo millennio, ed è perciò un ulteriore ostacolo per la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa d'Inghilterra'', aggiunge il testo.

La mozione votata è la seguente
Il Sinodo Generale
(a) afferma che la volontà della sua maggioranza è per l'ammissione delle donne all'episcopato;
(b) afferma che siano disponbili delle speciali disposizioni, all'interno delle esistenti strutture della Chiesa d'Inghilterta, per quanti non fossero in grado - per convizione teologica - di ricevere il ministero delle donne come preti e vescovi ;
(c) afferma che queste disposizioni dovranno essere contenute in un "codice di comportanento nazionale" (statutory national code of practice) a cui tutti gli interessati dovranno far riferimento; e
(d) istituisce un gruppo di lavoro legislativo, a consiglio della Camera dei vescovi, per completare conformemente questo lavoro, inclusa la preparazione della prima bozza del codice di comportamento, cosicchè il Comitato d'Affari possa programmare una prima considerazione della bozza legislativa per la sessione di Febbraio 2009.

I voti nelle tre camere (Houses) sono stati:
House dei Vescovi - A favore 28, contrari 12, astenuti 1
House del Clero - A favore 124, contrari 44, astenuti 4
House dei Laici - A favore 111, contrari 68, astenuti 2

Qui i dibattiti in audio e i documenti originali inglesi:
http://www.cofe.anglican.org/news/gsjul080707.html

Luis Ladaria segretario della CdF?

Il blog di Andrea Tornielli lo dà quasi sicuro: il prof. Ladaria, gesuita della Gregoriana, dovrebbe essere il prossimo segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un uomo di valore, che ho avuto la gioia di apprezzare come insegnante a Roma, quando frequentavo i suoi corsi di Trinitaria e Antropologia teologica durante i begli anni della Licenza.

Uno spagnolo ferrato, ma gentile e delicato. Molto diverso da Fisichella - che personalmente vedrei tanto bene alla CdF - comunque un punto sicuro di riferimento.

L'unico dispiacere è per la cara Alma Mater romana, che vede sparire uno dei suoi migliori docenti - e di questi tempi anche i gesuiti fanno fatica a trovare rimpiazzi a quel livello.
Ma se il Papa bussa, la Compagnia subito e generosamente risponde.

Auguri prof. Ladaria, siamo tutti con te!!

Le pubblicazioni di Ladaria:
http://www.unigre.it/zz1_aspnet/docente/pubblicazioni/ladaria.htm

lunedì 7 luglio 2008

L'arcivescovo di Toledo dato per certo come Prefetto del culto divino

Le voci sono ormai diventate certezza: l'arcivescovo di Toledo, il card. Antonio Cañizares Llovera, primate di Spagna, membro della Pontificia commissione Ecclesia Dei e della Congregazione della Fede è dato come certo successore del card. Arinze alla guida del dicastero vaticano per la liturgia e il culto.
Visto che rimanevano in ballo lui e il segretario Malcom Ranjith (ma da un colloquio, avuto qui a Padova recentemente, con l'arcivescovo Oscar Gormis di Colombo, sappiamo in via confidenziale che ci si aspetta di vedere Ranjith come successore dell'ormai settantacinquenne prelato srikankese), a questo punto è chiaro che il presule spagnolo sarà presto prefetto della difficile congregazione del Culto divino e della disciplina dei sacramenti.

Ormai lo confermano apertamente sia i giornali spagnoli:
sia i ben informati bloggers come WDTPRS:

Summorum Pontificum compie un anno


Giusto un'anno fa Papa Benedetto pubblicava quello che è diventato "il" motu proprio, il documento Summorum Pontificum con cui dava libero uso a tutti i sacerdoti di Rito Romano di quello che si è iniziato a chiamare "forma straordinaria" del rito della chiesa romana, la messa secondo il rito pre-riforma in vigore nel 1962.

In un solo anno molte celebrazioni nell'uso straordinario si sono stabilite in Italia e nel mondo. Molti sacerdoti e seminaristi hanno iniziato a studiare e riscoprire le ricchezze del loro rito e della bellezza e profondità degli originali latini, sia del "vetus" che del "novus" ordo. Inoltre la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, responsabile per l'applicazione del Motu proprio, ha più volte ricordato - nell'anno in corso - che:
1. I candidati al presbiterato del Rito Romano della Chiesa Cattolica hanno il diritto di essere istruiti in entrambe le forme del Rito Romano.
2. I responsabili della formazione dei candidati al presbiterato del Rito Romano della Chiesa Cattolica devono fornire tale istruzione su entrambe le forme del Rito Romano ai loro candidati.
La conoscenza è ovviamente la precondizione per l'applicazione e la diffusione del corretto uso di "entrambe le forme del Rito Romano"

Non c'è dubbio che l' "attrazione gravitazionale" esercitata dalla forma antica del rito romano ha già iniziato ad apportare (e nel futuro continuerà a farlo) dei benefici anche al modo di celebrare il rito ordinario. Speriamo di risentire sempre di più il latino anche nelle messe di Paolo VI, così da rendere di nuovo familiare al popolo di Dio la lingua che il Concilio Vaticano II volle fosse "preservata" nei riti latini e divulgata soprattutto con la conoscenza dei canti dell'ordinario, cosicchè tutti i cattolici, di qualunque nazione, potessero "attivamente partecipare" alla comune celebrazione della santa eucaristia.

Per rileggere il motu proprio, seguite questo link:

domenica 6 luglio 2008

Vescovi anglicani in colloqui segreti con il Vaticano

Il quotidiano inglese "The Telegraph", ha rivelato - pur senza citare nomi per rispettare la delicatezza della situazione - che alcuni vescovi della chiesa d'Inghilterra, contrari all'introduzione delle donne-vescovo, sono stati ricevuti a Roma dalla congregazione per la Dottrina della Fede, per colloqui riservati, ma che ovviamente vertono sulla crisi in corso e che porterà ad una disgregazione più che probabile della chiesa anglicana delle isole britanniche.
Dall'articolo (che potete trovare qui) appare chiaro che nel Sinodo in corso ci sono due posizioni che si scontrano. Non come si potrebbe credere intorno al SE si possano e debbano consacrare donne-vescovo. A questa domanda già un sinodo di anni fa ha risposto positivamente. Il punto ora è come prendere provvedimenti per proteggere la coscienza dei tradizionalisti che non possono accettare questa innovazione che sta per arrivare. Chi vuole le donne vescovo non vogliono concedere degli speciali "porti di salvezza" ai tradizionalisti, cioè diocesi personali in cui siano al comando solo vescovi maschi. Comunque anche questa soluzione sarebbe solo una temporanea toppa su una falla. Una volta che donne vescovo iniziano a ordinare anche uomini, e a concelebrare con altri vescovi, come è possibile per un prete essere in comunione con una chiesa di cui però non riconosce l'ordinazione di una parte consistente di vescovi (le donne)? E' evidentemente una situazione ecclesiologica impossibile da sostenere anche per la più elastica delle chiese, come è appunto la chiesa anglicana.
Il Telegraph annuncia altre lettere arrivate all'arcivescovo di Canterbury con minacce di sacerdoti pronti a lasciare la chiesa. Sono già parecchie centinaia. E il terremoto che potrebbe scatenarsi da lunedì sarà da subito molto più intenso di quello sulle donne-prete del '94.
Roma, si sa, è pronta ad accogliere i profughi. Molto più pronta della stessa gerarchia cattolica inglese, che tradizionalmente non vede di buon occhio queste masse di anglicani entrare di colpo nelle sue fila. Probabilmente i colloqui dei vescovi con Roma vertevano sul fatto di far rientrare intere parrocchie o addirittura diocesi in comunione con la chiesa cattolica, mantenendo però le particolarità canoniche e liturgiche anglicane (cosa già sperimentata in passato, soprattutto in America, già da Papa Giovanni Paolo II).
Aspettiamo lunedì il voto definitivo sulla delicata questione. Intanto preghiamo.
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